Terribile, girare per l’Italia e non vedere le facce bionde dei tedeschi, le auto targate Olanda, i pullman pieni di cinesi e giapponesi, gli americani uscire da hotel ai quali noi nemmeno ci avviciniamo… Il turismo è una benedizione per chi ce l’ha. Adesso ce ne accorgiamo in pieno.
Si parlava di zebedei anatomici, nelle parole urlate nel silenzio generale dello stadio vuoto tra gli allenatori Conte (Inter) e Juric (Hellas), e nella figura che entrambi hanno fatto davanti a qualche milione di telespettatori.
I numeri dicono che, dopo il lockdown, davanti alle partite di calcio alla tivù ci sta quasi la metà delle persone che le vedevano prima. È chiaro che la stagione invoglia a mangiare il gelato, piuttosto che a vedere Bologna-Sassuolo; che gli orari sono tali per cui arrivare svegli a metà del secondo tempo è un’impresa. Che ci sono partite ogni giorno, e l’effetto saturazione è dietro l’angolo. Ma mi piace pensare che… abbiamo altro da fare. Qualsiasi cosa, piuttosto di quello.
Se non arrivano gli stranieri, mezza economia va in sofferenza; ma se arrivano, si rischia di importare il Covid. Che fare? Rinunciarvi a cuor leggero? Rischiare? Si selezioni, si faccia come con gli africani: se arrivano in barcone, vanno respinti; se arrivano con volo aereo in prima classe, tanti calorosi saluti di benvenuto. Non sono “stranieri invasori", ma turisti. È il portafoglio a fare di un uomo un turista.
Ma con le nozze tra la veronese Agsm e la vicentina Aim, l’affare chi l’ha fatto? Tutti e due? Noi veronesi? O soprattutto Vicenza?
A tutti coloro che negli anni Settanta giocarono – anche a Verona – ai rivoluzionari e ai fascisti. E ora, diventati imprenditori, manager, professionisti, spesso pensionati vista l’età, ne parlano al bar o attorno alla tavola come fosse stata una schermaglia tra tifosi di calcio. Non fu così, la nostalgia falsa le prospettive.
Auguri a l’Osvaldo, quel Bagnoli che compie 85 anni e al quale, tra molti anni, sarà dedicata una statua equestre in piazza Bra che nessuno a Verona si sognerà di contestare o, peggio, tirare giù.
Con tre euro ne vince 200mila. Evviva! Gratta e vinci, macchinette, giochi on line: siamo felici che qualcuno abbia trovato la felicità, nella disperazione di tutti gli altri.
Quando nel 1825 fu inaugurata la prima tratta ferroviaria nel Regno Unito, “studi scientifici” sconsigliarono alle donne di utilizzare il treno perché era certo che, superati i 50 km all’ora, la velocità avrebbe provocato l’espulsione… dell’utero. E qualcuno ci ricorda che, quando arrivarono le tivù a colori, ci furono magistrati che ne sequestrarono a migliaia nel timore che l’alimentazione maggiore rispetto a quelle in bianco e nero causasse gravi problemi di salute a chi li guardava.
Ma dove sono finiti gli indonesiani che tifavano Inter? Gli americani che stravedevano per la Roma? I cinesi ammaliati dal Milan? Questo è il bello dell’Hellas: non ti preoccupi se a Carpi non sanno nemmeno che colore abbia la maglia del Verona…