Editoriale

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L’espressione è di quelle che ti lasciano senza fiato. Proprio come dopo un pugno in pancia e hai bisogno di un momento per riprendere il respiro.
“Io sono cattolico ma ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo”.
Che cosa significa, signor presidente? Che il Vangelo non è più all’origine dell’impegno dei cattolici in politica? Che in politica non ci sono più cattolici?

Lunedì scorso era la festa dell’Europa, in ricordo della dichiarazione di Robert Schuman che 66 anni fa propose la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), antesignana della Comunità economica europea (Cee) divenuta Unione Europea (Ue)...

Non c’è comunità, neanche la più piccola, che in questo periodo non sia in fermento per preparare la festa del giorno della Prima Comunione...

Un grazie. Innanzitutto un grazie sincero a tutti coloro che hanno permesso a Verona Fedele di giungere a 70 anni: ai direttori, ai giornalisti, ai grafici, al personale amministrativo e non ultimo, ai lettori...

Ha ancora senso celebrare una “festa” per il lavoro? L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma il lavoro interessa ancora? Ci interessa ancora?

Meno di un italiano su tre domenica scorsa si è recato ai seggi per esprimersi in merito al “referendum sulle trivelle” promosso da nove consigli regionali, tra cui quello del Veneto, con il sostegno di associazioni e movimenti ambientalisti. Sarebbe sin troppo facile constatare che è stato un buco nell’acqua.

Verona oggi è questo. C’è poco da fare.
Da una parte la faccia triste della Fondazione Arena sulla strada della liquidazione coatta, dall’altra la faccia felice del 50° Vinitaly.
Ma è la stessa città oppure sono due città diverse?

La recente decisione dell’Austria di ripristinare i controlli alla frontiera del Brennero comporta delle conseguenze: lo spiegamento di forze speciali per controllare i flussi di merci e di persone da una parte, l’allungamento dei tempi (e dei costi) e conseguente penalizzazione delle esportazioni dall’altra, senza contare i disagi per i lavoratori frontalieri.

Ha colpito a Pasqua, il giorno della risurrezione per i cristiani, quando la Vita trionfa sul male e sulla morte. Tra l’altro era una Pasqua storica quella di quest’anno per il Pakistan, visto che solo dieci giorni prima era stata dichiarata festa nazionale, per la gioia dei 3 milioni di cristiani che costituiscono peraltro solo l’1,5% della popolazione.

Ripartire con più coraggio e speranza per costruire una cultura dell’incontro e dell’accoglienza