Ex Cathedra

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Il 2020 se n’è andato con un carico di dolore, disperazione, cose non fatte, progetti accantonati “per quando si potrà tornare alla normalità”

Per molti anni la conclusione dell’anno scolastico, in tutte le quinte che ho attraversato, l’ho affidata ad una poesia dedicata alle “bambine che verranno”. Ricordo sempre lo sconcerto delle mie allieve (e dei miei allievi) che cominciavano a chiedersi: «Come mai?»; «Ma perché?»; «E adesso cosa succede?».

Nella edizione einaudiana del 1971 della Antologia di Spoon River, diventata ormai un classico, sulla quarta di copertina viene riportato un passo dal capitolo che Cesare Pavese (1908-1950) nella raccolta La letteratura americana e altri saggi (Einaudi 1962) dedica all’autore Edgar Lee Masters (Garnett, 23 agosto 1868 – Melrose Park, 5 marzo 1950).

Era cominciato bene il 2020, ricco di speranze e di progetti. Eravamo stati in America, a Los Angeles, dove ha scelto di stabilirsi nostro figlio Guido con Kelly, per la nascita della nostra prima nipotina Yuna Theresa e in quel mese avevamo fatto i nonni ripassando le età della nostra vita insieme...

Dino Coltro (1929-2009) l’ho incontrato quasi trent’anni fa, nel 1992. Gli telefonai per un’intervista, ero agli inizi, e mi rispose molto cordialmente invitandomi a casa sua, a San Giovanni Lupatoto...

Sale non ancora rimodernate, seggiole pieghevoli di legno, scricchiolii degli immancabili ritardatari, sempre i soliti. Lo schermo fatto con un lenzuolo, il diffusore audio, la cabina e il rollio della macchina a carboni... Per decenni l’incontro col cinema è stato questo, prima dell’audio surround, delle poltroncine anatomiche, dei posti fissi, delle multisale con pochi spettatori per sala. Due modi di andare al cinema, di concepire il cinema.