A giudicare dalla produzione libraria Dante è più vivo che mai
Nel 700° anniversario della morte, innumerevoli libri su Dante (1265-1321), la sua vita e la sua opera
Stanno arrivando, in occasione del 700° anniversario della morte, innumerevoli libri su Dante (1265-1321), la sua vita e la sua opera. Ha cominciato il professor Giulio Ferroni, che gli studenti conoscono per la sua pluriennale presenza nei libri di testo per le superiori con le varie edizioni della sua Storia della letteratura, nelle edizioni dal 1991 al 2012. Il suo L’Italia di Dante, il ponderoso volume di 1.226 pagine (30 euro) che La nave di Teseo ha mandato in libreria qualche settimana fa, disegna un itinerario ideale che fa da sfondo alla costruzione della Commedia e diventa un punto di riferimento per chi volesse approfondire le varie tappe del percorso biografico, tra paesi e città, del poeta fiorentino.
Gustosissima la tappa veronese con un’incursione in Valpolicella, a Gargagnago, dal conte Pieralvise Serego Alighieri (pagg. 674-677), ultimo erede del Poeta, impegnato in una battaglia di responsabilità “con la sua ferma resistenza di fronte a chi vorrebbe fare un uso pedestremente spettacolare del nome di Dante e della sua discendenza, nell’attuale regno della volgarità mediatica” (p. 676).
Come non ricordare ancora il libro di Aldo Cazzullo, firma del Corriere della Sera, A riveder le stelle. Dante il poeta che inventò l’Italia (Mondadori 2020, 18 euro), già campione di incassi in libreria, con migliaia di copie vendute. “Cazzullo – si legge nella nota editoriale – riscrive l’avventura di Dante come una cartina al tornasole della nostra identità nazionale che trova in lui un momento di fondamentale sviluppo, un perno”. “Se la Commedia è un compendio del sapere universale, il riassunto che ne ha fatto Cazzullo non è da meno: gli basta un verso di Dante sul golfo del Carnaro per apparecchiare un excursus sull’irredentismo, Alcide De Gasperi e Nazario Sauro...”, scrive Massimo Gramellini sul Corriere.
Terzo, ma non ultimo, l’ormai volto noto televisivo per le sue appassionate e avvincenti partecipazioni alle puntate di Rai Storia, il professor Alessandro Barbero con Dante, edito da Laterza, la cui chiave di lettura è nel binomio inscindibile “un uomo e il suo tempo”, con sullo sfondo il Medioevo, spazio di straordinaria varietà e complessità, reso vivamente da un racconto che si legge tutto d’un fiato.
E per rendere omaggio ad un grande studioso di italianistica recentemente scomparso, non possiamo non citare i contributi di Marco Santagata (1947 - 2020) L’io e il mondo. Un’interpretazione di Dante (Il Mulino, 2011); Dante. Il romanzo della sua vita (Mondadori, 2012) e Il racconto della Commedia. Guida al poema di Dante (Oscar Saggi, Milano 2017). Già malato da tempo, Santagata, che aveva contratto purtroppo anche il Covid causa dell’accelerazione della sua morte, continuava a lavorare su più fronti con inestinguibile passione. Aveva appena consegnato a Guanda un nuovo romanzo su Dante, che dovrebbe uscire la prossima primavera con il titolo ancora da decidere.
E all’inizio del prossimo anno, con ogni probabilità a febbraio, uscirà per i tipi de il Mulino Le donne di Dante, un nuovo saggio illustrato che mette in scena le figure femminili dell’universo dantesco, la moglie Gemma Donati, la madre, Beatrice e le gentildonne del tempo, tra cui Francesca da Rimini e Pia de’ Tolomei, diventate personaggi della Commedia.
Un universo dantesco in cui Marco Santagata si trovava perfettamente a casa e che ha contribuito a far conoscere e amare al grande pubblico. Insomma, Dante più vivo che mai, sempre per chi legge e ricerca, con la raccomandazione da parte del vecchio profe, in omaggio al titolo della rubrica, di tenere i piedi ben piantati per terra, partendo da interpretazioni filologicamente e criticamente fondate, senza cedere alle tentazioni di trasformare una celebrazione in un festival della retorica nazionale o aderire ad una improbabile lettura alla “Voyager” del Poema e dell’opera dantesca.
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