Nessuno capisce come mai ci sia qualcuno che stia spingendo molto per produrre o importare il vaccino russo Sputnik. Che ha un paio di difetti insormontabili: nessuna evidenza scientifica che dimostri come e se funziona; le cavie sono i cittadini russi, bielorussi e ungheresi che lo stanno ricevendo. Ma la spinta ad adottarlo in Europa è forte, anche in Italia. E si segnalano siti e giornali collegati ai servizi segreti russi che passano il tempo a danneggiare la reputazione dei vaccini da noi comunemente usati. Un giorno ne capiremo di più, magari dalla magistratura.
Perché dovremmo avere stima dell'on. grillina Laura Castelli che anni fa accusava Mario Draghi di incompetenza e conflitto d'interessi, o dell'on Carlo Sibilia, sempre dei 5 Stelle, che ne invocava l'arresto per quanto stava facendo alla Bce? Gli stessi Castelli e Sibilia che, senza alcuna vergogna, hanno accettato di fare i sottosegretari nel governo Draghi?
Vedendo quel che ho visto in questo fine settimana, gli ultranovantenni fare jogging sulle Torricelle, gli aperitivi presi alle 3 di pomeriggio, le colonne di auto per raggiungere posti dove normalmente non si va nemmeno se si sbaglia strada, ci si rende conto che la pazienza dei veronesi sembra in via di esaurimento. Che la voglia di stare fuori, stimolata da questa precoce primavera, ormai viene prima della paura. Fate presto a vaccinare.
M'immagino che cosa succederebbe, chi andrebbe a liberarlo se papa Francesco fosse preso in ostaggio in Iraq o da quelle parti lì. Gli americani? Lo considerano un leader religioso, uno dei tanti. I russi sono ortodossi, i cinesi atei. Gli altri europei? Tralasciamo per carità il Nord luterano, la Francia laica e fiera di esserlo, la Spagna socialista e anticlericale... Rimarrebbe l'Italia, che si vergogna a mettere un presepe in classe. Ci sarebbe una commissione bicamerale, un commissario straordinario alla liberazione, un'ampia discussione se sì, se come, se quando... Insomma al Papa aspetterebbe una lunga vecchiaia da ostaggio in terra d'Oriente.
Ma a nessuno suona strano che si chiudano le scuole e si tengano i ragazzi la mattina a casa davanti al computer, gli stessi ragazzi che poi al pomeriggio escono e si ritrovano attorno alla panchina dei giardinetti o seduti al tavolo di un bar a bersi qualcosa, rigorosamente senza mascherina perché non obbligatoria al bar?
Mi è piaciuto tanto il Festival di Sanremo, veramente tanto. Però se Pirlo non avesse messo dentro tutti gli attaccanti che aveva a metà del secondo tempo, col piffero che la Juve riusciva a battere uno Spezia molto ben organizzato!
Ieri è stata proprio una bella giornata: uno splendido sole che ci permette di chiudere anzitempo i termosifoni, i primi fiori che stanno sbocciando (splendide le violette nei prati!), Domenico Arcuri che è stato rispedito a casa a bordo di un suo banco scolastico con le rotelle...
Ci sono stati medici e infermieri, in questo anno, che hanno dato il loro contributo alla lotta al virus sapendo che rischiavano di morire, persone che erano in pensione e che sono tornate "in trincea" a dare una mano. E sono infatti morte. Non posso fare altro che ricordarle e chiedere a voi di fare altrettanto.
A Brescia gli ospedali sono di nuovo saturi, il contagio dilaga, il numero dei positivi è da record nazionale, crescono le vittime, si parla di varianti contagiosissime. Ma rimane la questione principale da capire: perché da un anno a questa parte, in quella fetta d’Italia e sempre lì, il Covid prospera nemmeno fossimo al gran bazaar di Istanbul.
Per carità, quando si fanno le regole è quasi naturale che si combinino pasticci. Come la regola che non prevede spostamenti tra Regioni. Così capita che gli abitanti di qualche casa della frazione di Mama d'Avio di sotto, in territorio veronese, possano per legge recarsi fino in Cadore – 300 chilometri di distanza –, ma non davanti a casa loro perché è già Trentino. O alla chiesa della località, a 200 metri di distanza ma trentina. Il bello è che il virus, di queste scemenze, se ne frega altamente.