Caffè & brioche

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Nell feroce diatriba che sta opponendo Giuseppe Conte a Giuseppe Grillo, una domanda sorge spontanea nel cuore delle persone più sensibili di cuore: ma Danilo Toninelli, chi se lo piglia?

"Vedi, caro Giuseppe, prendi in mano questa accozzaglia che io ho creato e guidato, e trasformamela in un partito come si deve. Ok? Bravo. Ma... Ma come? Mi hai trasformato l'accozzaglia in un partito? Ma sei matto? Pussa via!". Prima puntata della telenovela, ne seguiranno purtroppo altre.

Stanno andando a ruba – dicono – i biglietti per lo show areniano che celebra i 70 anni (d'età) di jerry Calà, il nostro Jerry Lewis. Già stamattina la Valpantena era impercorribile in auto, per le code. Quindi correre ai botteghini! Capito?

Una risata li seppellirà, perché li ha sempre seppelliti. Quando Starace, gerarca capo del Partito nazionale fascista negli anni prima della guerra e propugnatore di un sacco di boiate che dovevano forgiare il vero italiano fascista (niente pantaloni a righe, niente termini stranieri, niente colletti della camicia inamidati)... Insomma, quando questo fine intellettuale decise che il lei era straniero e femminile, mentre il voi era maschio e italico e quindi tutti obbligati a usare il voi, Totò in uno spettacolo teatrale s'inventò il personaggio di Galileo Galilei che diventava Galileo Galivoi. (Fu denunciato, ma lo stesso Mussolini chiuse la faccenda con un "fesserie". Gli emuli sono peggiori delle statue che emulano).

Se chi aveva definito la politica "la più alta forma di carità", avesse seguito oggi il livello del "dibattito" tra l'avvocato di Volturara Appula e il comico genovese, siamo certi che si sarebbe orientato più su: la più bassa forma di cabaret

Da quando ne ho memoria, ricordo un popolo italiano esagerato nei peana di giubilo e nella santificazione di chi è vincente, in ginocchio da te ma con dei pomodori ben nascosti nelle mani. Perché nel momento in cui il vincente diventa perdente, si passa dalla genuflessione al lancio del pomodoro in un amen. Questo vale per i due ambiti importanti della nostra vita, cioè il calcio e in secondo ordine la politica.

Ondata di caldo, scatta l'allarme. Cari veronesi, non mangiate la pearà bevendoci su l'Amarone; non dissetatevi con il vin brulè; non uscite alle 13 magari vestiti con il cappottino di lana. State al fresco, all'ombra, sotto la doccia fredda. Tenetevi a mente queste avvertenze che mai, dico mai vi sarebbero venute in mente...

Una volta, e sto parlando di qualche decennio fa (non del Pleistocene), si tatuavano i marinai, i carcerati, i soldati e alcune prostitute, quelle che un tatuaggio serviva un po' a nascondere i segni dell'età. E basta. Oggi è più facile dire quale categoria sociale NON si tatua. E, se non lo fai, appartieni a un mondo in via d'estinzione che vive di ricordi come quello di cui sopra.

Stamattina la lettura dei giornali è stata... contrastante. Da una parte leggevo le epiche vicende dei nostri calciatori, gente che per meno di 10mila euro al giorno nemmeno si alza dal letto. Su Avvenire, ad esempio, si ricordava che questa pandemia ha creato un sacco di nuovi poveri, gente che per 30 euro si alza dal letto alle 5 di mattina, se ne ha l'occasione. Saranno consolati dalle epiche vicende dei summenzionati, immagino.

"La mia vita è bellissima perché l'ho pagata cara": parole di Alda Merini, suggestive e quanto mai autobiografiche