La fiction che fa riflettere sui crimini informatici
Con la fiction Non mi lasciare è approdato nella prima serata di Rai 1 il difficile tema dei crimini in internet legati ai bambini...
Con la fiction Non mi lasciare è approdato nella prima serata di Rai 1 il difficile tema dei crimini in internet legati ai bambini. A dar sostanza a quest’argomento così spinoso è la storia professionale e sentimentale di due poliziotti intrepretati da Vittoria Puccini e Alessandro Roja (nella foto), noti al grande pubblico per altre serie di successo. I due agenti che in passato erano stati fidanzati prima che lei sparisse nel nulla, si ritrovano dopo vent’anni a collaborare in un difficile caso che coinvolge un ragazzo che sembra essersi suicidato in un canale di Venezia. Infatti, l’altra protagonista della storia in quattro puntate e ambientata nella stagione invernale è proprio la città lagunare, mostrata ai telespettatori nei suoi angoli meno conosciuti. Ad aiutare il telespettatore a identificare e conoscere questo patrimonio dell’umanità appaiono sul teleschermo con caratteri macroscopici e con una forte tinta gialla i nomi dei sestieri o delle zone della città lagunare.
In questo eccezionale scenario si muovono soprattutto con riprese noir le indagini in cui l’interprete femminile, mandata dalla sede nazionale, è vista di mal occhio dal resto dei colleghi che pensano sia ritornata nella sua terra d’origine solo per rubare loro il mestiere. Proprio al suo collega è stato dato il compito di vigilare in modo stretto sulla nuova arrivata perché non metta a repentaglio lo status quo della Questura. A complicare l’attività investigativa non sono solo le difficoltà del caso, ma anche il fatto che Daniele Vianello (interpretato da Roja) ha sposato la più cara amica di Elena Zanin, cui dà volto e voce Puccini.
Il ritmo del racconto è piuttosto lento e fin dall’inizio lascia intuire che più indagare approfonditamente per scovare i responsabili di fatti delittuosi occorra molto di più conoscere il passato quanto mai oscuro della protagonista. Il titolo della fiction sembra far intuire una situazione di pericolo in cui s’invoca aiuto. Gli artisti, compresa Sarah Felberbaum, recitano con passione ma non riescono a dare spessore ai loro personaggi che sembrano ricalcare nel quadro psicologico quello di altri ruoli interpretati all’inizio delle loro rispettive carriere. La Rai, saggiamente, considerato il tema, propone la visione ai bambini solo se accompagnati da un adulto e probabilmente per questo l’inziale programmazione che prevedeva la messa in onda anche la domenica, è stata riservata al lunedì. Pur con qualche limite, la serie è, comunque, un doveroso invito a riflettere.
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