Un ultracentenario fuori dagli schemi
Jonas Jonasson
Il centenario che voleva salvare il mondo
La nave di Teseo - Milano 2019
pagg. 508 - 22 euro
Allan Karlsson è tornato. Per chi ha a che fare con lui, non è una buona notizia. Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, così si chiamava il primo romanzo di Jonas Jonasson, ricompare sulla scena là dove l’avevamo lasciato – a spassarsela con una valigia piena di soldi non suoi – ed è ora Il centenario che voleva salvare il mondo.
Il carattere è rimasto lo stesso: imprevedibile, disincantato, incapace di accorgersi della gravità dei guai nei quali si sta cacciando, eppure così abile – più o meno consapevolmente – nell’uscirne fuori. E se il centesimo compleanno era stato festeggiato con la fuga dall’ospizio, il centunesimo lo passa in mongolfiera, fuggendo assieme a Julius, truffatore da quattro soldi nel commercio di asparagi, dal lussuoso hotel di Bali verso il quale i due avevano accumulato una montagna di debiti, riposandosi dalle fatiche precedenti senza badare a spese. Costretto ad un ammaraggio di emergenza e soccorso da una nave nordcoreana che trasporta uranio, Allan si ritrova al centro di un intrigo internazionale che coinvolge anche gli Stati Uniti, la Germania, l’Unione Europea e qualche altra decina di paesi. Forse sta proprio qui buona parte del successo del personaggio creato da Jonasson: mentre le sue azioni sono decisive per i destini dell’umanità, la sua preoccupazione è tutta diretta a vicende marginali, che siano gli affari nel campo delle onoranze funebri o le notizie ridicole che il tablet – dal quale non riesce a staccarsi – gli offre quotidianamente. Il suo modo sarcastico e sfacciato di affrontare la realtà lo porta più volte a rispondere in modo sfrontato ai potenti del mondo. Anche in questo caso, solletica nel lettore l’idea di potersi ribellare – in modo originale – al potere costituito, grande o piccolo che sia. Chi non vorrebbe essere stato come Allan, almeno una volta nella vita, davanti a un professore troppo severo o a un datore di lavoro un po’ tiranno? Lo si potrà anche giudicare addirittura un vecchio matto – senza andare peraltro molto lontano dalla verità – ma il suo essere indipendente da tutto e da tutti gli va riconosciuto. Chi gli va contro, anche in questo libro, va dritto a guai seri se non addirittura alla morte, che arriva in modo del tutto rocambolesco, in seguito a una assurda concatenazione di eventi e comunque mai per diretta volontà del centenario.
Come per ogni sequel, viene da chiedersi: era meglio il primo libro? Forse sì, se non altro perché l’effetto sorpresa nella presentazione del personaggio ovviamente si perde. Ma è stato un vero piacere incontrare di nuovo il signor Karlsson. Al punto che viene naturale chiedersi in quale modo strampalato abbia intenzione di festeggiare i suoi 102 anni.
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