Monsignor Rolando Zera, un prete veronese da conoscere o ricordare
Liliana Formici
Rolando Zera. Per una storia della sua anima e del suo sacerdozio
Il Segno dei Gabrielli editori
S. Pietro in Cariano (VR) 2023
pp. 208 - Euro 20
“Sacerdote che ha amato il suo ministero e l’ha vissuto con fedeltà e coerenza. Annunciatore chiaro, deciso e convinto della Parola di Dio nel solo intento di trasmettere le Verità della Fede. Servitore saggio, dotto e sapiente della Chiesa nei diversi ruoli a lui affidati. Maestro di vita ecclesiale e spirituale”. Queste parole costituiscono la parte principale dell’epigrafe posta sulla tomba di mons. Rolando Zera (Pontebba, 29 gennaio 1928 – Negrar, 4 maggio 2010), sepolto nella cappella dei canonici del Capitolo della Cattedrale presso il Cimitero Monumentale di Verona, ed esprimono con efficace sintesi la vita di questo sacerdote. Nato in Friuli da genitori veronesi che si erano trasferiti là a causa del lavoro del padre, macchinista delle Ferrovie dello Stato, successivamente abitò a Mantova e poi a Trieste. Lo stesso Rolando da giovane, in tempo di guerra, lavorò sulle linee ferroviarie del Carso e in seguito a Opicina e Vittorio Veneto. Formatosi spiritualmente alla scuola dei carmelitani scalzi, non essendoci allora il Seminario a Trieste, il 24 ottobre 1945 fu accolto in quello di Verona e venne ordinato prete dal vescovo Girolamo Cardinale il 6 luglio 1952 come appartenente alla parrocchia di San Zeno Maggiore. Fu vicario parrocchiale ai Santi Apostoli, docente di scienze naturali e matematica in Seminario, segretario dell’Ufficio amministrativo diocesano, insegnante di religione cattolica all’Istituto Seghetti, parroco per 9 anni di San Tomaso Cantuariense, impegnato con diversi incarichi nel Tribunale ecclesiastico diocesano e in quello regionale. Per 34 anni fu rettore di San Lorenzo, avvocato della Rota Romana, consultore in diversi organismi della Curia Romana. Insignito del titolo di prelato d’onore di Sua Santità, da ultimo e per poco più di un anno fu canonico della Cattedrale.
Il libro Rolando Zera. Per una storia della sua anima e del suo sacerdozio scritto da Liliana Formici attingendo a una pluralità di fonti archivistiche in certi casi di non facile accesso, costituisce un’opera meritoria volta a salvare dal rischio dell’oblio la figura di un prete che per la propria indole austera e rigorosa non era portato a mettersi in mostra, pur avendo i titoli accademici (il dottorato in diritto canonico e in teologia) e lo spessore personale e culturale per poterlo fare. Del resto la discrezione fu da sempre un tratto distintivo del suo carattere; amava il silenzio che per lui era “l’attività profonda dell’amore in ascolto”, e “la signorilità della parola”. Il volume ne pone in risalto la solida spiritualità, la semplicità e la chiarezza dell’eloquio coinvolgente, la sua vivida fede.
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