Tornano i dinosauri e c’è poco di nuovo
Jurassic World (Usa, 2015)
regia: Colin Trevorrow
con: Chris Patt, Bryce Dallas Howard, B.D. Wong, Nick Robinson, Ty Simpkins
durata: 124 min.
Valutazione Cnvf: consigliabile/semplice
Ragione del fatto che i dinosauri si sono estinti ed ecco quindi il quarto capitolo della saga dei parchi giurassici.
Dicono le cronache del cinema che tutto cominciò nel 1990, quando Michael Crichton, prolifico e fantasioso scrittore di best-sellers, pubblicò il suo Jurassic Park, prontamente acquisito da Steven Spielberg, che lo trasformò in film, uno dei più grandi successi di tutti i tempi, nel 1993. Lo stesso Spielberg è in questa nuova operazione come produttore esecutivo, avendo lasciato la regia al giovane Colin Trevorrow, che firma anche la sceneggiatura insieme a Derek Connolly. Torniamo quindi sull’Isla Nublar, dove già era ambientata la prima avventura, per l’inaugurazione di un parco a tema preistorico rivisitato e corretto. Molto corretto, se è vero che l’ingegnere genetista Henry Wu (B.D. Wong), alle dipendenze della spregiudicatissima manager Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) ha creato un nuovo tipo di dinosauro, l’Indominus Rex, per ravvivare l’interesse di un pubblico che si annoia presto delle novità.
Naturalmente la creatura è tutto fuorché disponibile ad assoggettarsi ai voleri dei suoi creatori e, come nella più scontata e prevedibile delle applicazioni pratiche della teoria del caos, non mancheranno disastri e minacce mortali a chiunque le capiti a tiro. Completano la compagnia l’ex-militare Owen Grady (Chris Pratt), che si è specializzato nell’addestramento dei velociraptors, e la coppia di ragazzini Zach (Nick Robinson) e Gray (Ry Simpkins), che ovviamente non mancheranno di mettersi in grossi guai.
Pare che ormai si possa modificare geneticamente quasi tutto, ma evidentemente non ancora le sceneggiature dei film. Pur ammirando i sempre più sofisticati effetti speciali, infatti, non ci si può sottrarre alla sensazione del già visto e del già raccontato mille volte.
Del resto, lo stesso Crichton aveva attinto a piene mani da testi precedenti, primo fra tutti Il mondo perduto di Arthur Conan Doyle, che nel 1912 aveva creato il personaggio del prof. Challenger proprio facendogli vivere un’avventura in una terra lontana ancora popolata da creature preistoriche. E il cinema stesso non ha mai smesso di occuparsi di ingombranti animaloni, se è vero che almeno dai tempi della deliziosa Gertie, la dinosaura creata dai disegni animati del grande Winsor McCay nel 1914, passando attraverso il muto e il primo, magnifico, King Kong (1933) di Ernest B. Schoedsack e Merian C. Cooper, ogni tanto i titani preistorici tornano a popolare gli schermi.
Saranno felici i bambini, ma di nuovo c’è ben poco, insomma.