La storia dell’eroe antimafia francese
French Connection
(Francia, 2015)
regia: Cédric Jimenez
con: Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Cèline Sallette, Melanie Doutey
durata: 135 min.
Nel 1971 William Friedkin, al quale va riconosciuto il merito di aver rivoluzionato il cinema di genere, come fu ad esempio con l’horror per L’esorcista, diresse quello che da noi è conosciuto come Il braccio violento della legge, ma che in originale di intitolava The French Connection. Il titolo prendeva spunto dal termine tecnico col quale la polizia internazionale aveva denominato le indagini sul traffico di droga che aveva come centro Marsiglia.
Dello stesso tema, con lo stesso titolo in Italia, mentre in originale si legge semplicemente La French, ma non realizzando un remake dello splendido film di Friedkin, si occupa Cédric Jimenez, che si ispira invece a fatti e personaggi reali. Siamo negli anni Settanta. Pierre Michel (Jean Dujiardin) è un magistrato duro e inscalfibile dai tentacoli della corruzione, che mette sotto inchiesta l’enorme giro di interessi rappresentato dal traffico di eroina e in particolare il pericolosissimo boss Gaetan Zampa (Gilles Lellouche). Michel avrà modo, nella sua carriera, di collaborare anche con Giovanni Falcone e, come anni più tardi il collega siciliano, troverà morte per mano di mafia nell’ottobre del 1981.
Il poliziesco francese ha una nobilissima tradizione, che ha regalato al cinema internazionale moltissimi ottimi film, alcuni capolavori, e inciso per sempre nella memoria degli spettatori i nomi di registi come Jean-Pierre Melville o Henri-Georges Clouzot e di attori come Jean Gabin, Lino Ventura, Jean-Paul Belmondo. L’opera seconda di Jimenez è all’altezza di questa tradizione.
Il duello a distanza fra i due uomini, quello dalla parte della legge e quello che sta con la legge della malavita, è tratteggiato con il giusto grado di approfondimento psicologico, di cura dei particolari drammatici, di intensità del ritmo e del montaggio.
In una Marsiglia che sarebbe piaciuta per come è descritta a Jean-Claude Izzo, superbo romanziere troppo presto mancato, si svolgono vicende che non smettono di essere al tempo stesso intriganti dal punto di vista spettacolare e importanti da conoscere da quello storico. Si tratta, naturalmente, di un film duro, che non risparmia colpi di scena e qualche efferatezza. Ma quella è la storia (drammaticamente vera) che si vuole raccontare e quello è il modo, in questo caso adeguato, che si è scelto per raccontarla.
I due interpreti sono magnifici. Il resto del cast azzeccatissimo. Fotografia e montaggio impeccabili. Un gran film, che lascia l’amaro in bocca non per se stesso ma per la considerazione che induce a fare sul rapporto tra legge e forza.