Esorcismi sul grande schermo (ma quello non è p. Amorth)
L’esorcista del Papa
(Usa, 2023)
Regia: Julius Avery
Con: Russell Crowe, Daniel Zovatto, Alex Essoe, Franco Nero
Durata: 103 minuti
Che qualcuno prima o poi portasse sul grande schermo padre Gabriele Amorth era prevedibile, ma si resta tristemente stupiti dal fatto che questo film abbia pochissimo a che fare con il famoso esorcista.
L’ultima pellicola di Julius Avery, infatti, si ispira ai racconti del celebre religioso membro della Società San Paolo, ma lo fa prendendosi moltissime libertà.
La storia che viene raccontata è ambientata in Spagna. Julia, da poco rimasta vedova, si trasferisce con i due figli nell’unica cosa ereditata dal defunto marito: un ex convento disperso nella campagna spagnola. La grande struttura è in restauro: una volta sistemata, infatti, il desiderio è quello di venderla per poter tornare a vivere in città. Ma dall’arrivo nella casa succede qualcosa di strano: Henry, il figlio minore, ammutolito in seguito al trauma del lutto paterno, riprende a parlare. Però non è per il superamento del problema, ma perché un demone presente nella casa si impossessa di lui. Il parroco locale, convocato dalla famiglia, va a constatare che non si tratti di un problema psichiatrico. Dopo l’accertamento si appella alla Santa Sede e il Papa in persona incarica padre Amorth di recarsi là per procedere con l’esorcismo. Giunto sul posto, il religioso inizia il suo “lavoro” e, nel dialogo con il maligno, farà alcune sconvolgenti scoperte.
Risultato finale è un polpettone horror, con ricca concentrazione di luoghi comuni e inserti tipici del genere “inaugurato” dal capolavoro del 1973 di William Friedkin. Un Russell Crowe che nulla ha a che fare con il sacerdote che interpreta. La sua performance, un po’ sopra le righe, presenta una versione molto personalizzata del prete romano: viaggio in giornata Roma-Spagna con la sua lambretta, sempre munito di una borraccetta piena di whisky, con la battuta pronta, un po’ investigatore, fantasioso inventore dei testi liturgici per il rito degli esorcismi. Dopo il suo arrivo in Spagna diventa “mentore” del parroco della famiglia (altro cliché del genere: sempre un prete più giovane che impara da quello più anziano come funziona la diagnosi di una possessione e il rito di liberazione). Un po’ di complotti sul Vaticano che vuole tenere nascosti segreti indicibili, la denigrazione dell’Inquisizione spagnola, lotte intestine tra vescovi e cardinali all’interno dei palazzi pontifici danno un po’ di colore (e, a volte, rasentano la comicità per quanto vengono caricati questi tratti) al prodotto finale. Insomma: un film di genere, di qualità abbastanza mediocre, con una prevalenza dei tratti divertenti e inverosimili su quelli terrificanti, molto lontano dalla biografia e dalla verità storica degli eventi.
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