Agrodolce e ironico ritratto di famiglia
Figli
(Italia, 2020)
Regia: Giuseppe Bonito
Con: Vito Mastandrea, Paola Cortellesi, Stefano Fresi
Durata: 97 minuti
Valutazione Cnvf: Consigliabile/problematico/dibattiti
Mattia Torre, nato nel 1972 e scomparso molto giovane lo scorso anno dopo una lunga malattia, è stato uno scrittore, sceneggiatore e regista che ha lasciato un segno importante nel teatro, nella televisione e nel cinema italiano.
Forse il suo lavoro più famoso è stato quello, insieme a Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, di sceneggiatore di Boris, una delle serie più divertenti e intelligenti degli ultimi anni.
Ma non va dimenticata l’accorata e intensa riflessione compiuta sulla sua malattia con La linea verticale, produzione televisiva nella quale Valerio Mastandrea era praticamente l’alter ego dell’autore.
Lo stesso Mastandrea che ha portato in teatro il monologo I figli invecchiano, poi sviluppato in una sceneggiatura per il cinema, ora portata sullo schermo con la regìa di Giuseppe Bonito. Nicola (Mastandrea) è sposato con Sara (Paola Cortellesi), dalla quale ha avuto una figlia, Anna. Quando Sara annuncia di aspettare un secondo figlio, che arriverà felicemente e sarà chiamato Pietro, la vita della famiglia subirà una serie di scossoni non da poco.
La bravura di Mattia Torre – e della regìa e degli interpreti – è quella di raccontarci la vita quotidiana di una famiglia normalissima che assomiglia a milioni di altre, con la cura e l’attenzione a quei particolari minimi che nel gran gioco del mondo potrebbero sembrare insignificanti, ma che nell’esistenza degli uomini e delle donne vogliono dire moltissimo. Entrambi i genitori lavorano. C’è una figlia in età da scuola elementare. Arriva un secondogenito, che, naturalmente, fatica a mangiare e non dorme, aumentando il livello di stress della famiglia. Si cercano soluzioni, consigli, aiuti. Gli amici propongono ricette di ogni tipo. Gli specialisti, come a volte accade, forniscono ricette di comportamento inversamente proporzionali come valore al conto della visita alla quale ci si è sottoposti.
La qualità di una storia così raccontata sta, per fortuna, non nel proporre risposte definitive e palingenetiche – magari regressive, come ogni tanto si sente dire, tipo “le donne stiano a casa” – ma nel farci riconoscere nella fatica dei due coniugi-genitori anche la nostra e quella di moltissimi simili a noi.
L’Italia, è noto dalle statistiche anche più recenti, è un Paese nel quale si fanno sempre meno figli e sempre più tardi. Cause e provvedimenti per intervenire sono temi complessi e difficili, certo non esauribili nell’ora e mezza di durata di un film.
Ma la riflessione – unita al divertimento, alla simpatia, anche alla commozione in alcuni momenti – che questo lavoro ci invita a compiere è davvero molto preziosa.
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