E alla fine restano tante domande
The place
(Italia, 2017)
Regia: Paolo Genovese
Con: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Silvio Muccino
Durata: 105’
Giudizio Cnvf: consigliabile/problematico/dibattiti
Ci sono registi che soffrono di claustrofobia. Steven Spielberg è probabilmente uno di questi, visto che privilegia riprese in esterni e grandi spazi.
Ci sono registi che soffrono di agorafobia. Forse Paolo Genovese è fra questi, almeno a giudicare dalla sua produzione.
Il suo precedente film, Perfetti sconosciuti (2016), una delle rivelazioni di quell’anno cinematografico, era ambientato in un appartamento nel quale si svolgeva una cena fra amici, presto messa a soqquadro dal gioco, rivelatosi devastante, di scambiarsi i telefonini.
Anche The place si svolge in unità di luogo. In questo caso siamo in un ristorante. C’è un misterioso personaggio (Valerio Mastandrea), seduto sempre allo stesso posto con un quaderno nero sul quale ogni tanto prende appunti, che riceve astanti di varia umanità e con le richieste più diverse. Ettore (Marco Giallini) è un poliziotto in crisi; Alex (Silvio Muccino) è suo figlio e fa lo spacciatore; Fulvio (Alessandro Borghi) vuole riacquistare la vista; Chiara (Alba Rohrwacher) è una giovana suora che sta perdendo la fede; Azzurra (Vittoria Puccini) è perennemente preoccupata per il suo aspetto fisico; Gigi (Vinicio Marchioni) ha un figlio gravemente malato; Marcella (Giulia Lazzarini) vive con un marito che soffre di Alzheimer; Odoacre (Rocco Papaleo) vorrebbe passare una notte d’amore con una bellissima ragazza; Angela (Sabrina Ferilli) lavora al bar del ristorante.
A ciascuno di essi l’uomo misterioso affida un compito, spesso tremendo e oltre il consentito dalle regole del vivere civile e dell’etica umanistica, che dev’essere portato a termine per ottenere il soddisfacimento dei propri desideri.
Ispirato alla serie The booth at the end – in alcune parti in verità si tratta di un vero e proprio calco della stessa – trasmessa sulla piattaforma web Netflix, il film di Genovese, sceneggiato insieme a Isabella Aguilar, affronta tematiche invero di enorme portata e difficoltà: il confine tra il bene e il male, il limite accettabile tra bisogno individuale e bene comune, la soglia attraversabile o meno tra morale e turpitudine. Argomenti sui quali si sono scritti migliaia di libri e che hanno impegnato e impegnano donne e uomini dalle origini del mondo. Mica uno scherzo, appunto. Forse l’uomo misterioso è Satana. Forse è l’incarnazione del destino. Non ci sono risposte, in questo film. Molte domande, che rimangono irrisolte. Alcune prove d’attore di altissimo livello (Mastandrea; Rohrwacher; Lazzarini e Marchioni su tutti).
Si voleva volare molto in alto ma a tratti si cade fragorosamente. The place è un tentativo apprezzabile, tuttavia non del tutto riuscito.