Caffè & brioche

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Intendiamoci anzitutto sulla parola "giovani": se quelli che le tivù generaliste – RaiUno per prima – intendono attirare hanno 35-40 anni, tanto giovani non sono. I veri giovani, quelli sotto i 25, la tivù generalista non la guardano proprio. Nessun canale, quasi nessuna trasmissione. Sono lontani un chilometro dalla tivù di Stato, dai giornali, dai cinema e dai teatri, da ciò che piace a noi "vecchi". I diciottenni, se metti loro di fronte una foto-tessera di Pippo Baudo mescolata ad altre cinque, non saprebbero individuarlo. È così, ci piaccia o meno.

Fino a poco tempo fa le grandi firme giornalistiche del calcio lavoravano in pianta stabile nei giornali (da Brera in su) e facevano comparsate in televisione, che ne sfruttava l'acume. Ora le grandi firme lavorano per la televisione (Condò, Sconcerti...) e appaiono come rubrichisti sui quotidiani. Anche se poi la loro luce emerge più per quel che scrivono che per quel che dicono. Così va il mondo

Al Sud i tanti saliti sul carro di Matteo Salvini quando la sua ascesa sembrava irresistibile, stanno ora scendendo di gran lena per spostarsi su quello che sta passando più a destra. Prevedibile. Ora Salvini sente l'urgenza di riconcentrarsi su un Nord che è spesso a guida leghista, ma che sta perdendo colpi su colpi. A Milano non batterà chiodo, a Mantova sta sciogliendosi, probabilmente perderà pure le elezioni di Torino e Bologna. Se il Carroccio fosse sconfitto anche a Varese, la sua culla natale, sarebbe molto più di un campanello d'allarme. Così va a questa tornata elettorale, ma Salvini sta già pensando alla prossima di primavera, quella che in fondo certificherà se il centrodestra ha una guida panzuta e barbuta, oppure mingherlina e bionda. Morale della favola: diventerà imperativo vincere a Verona...

Ma lei che lavoro fa? «Somo impiegato alla Poteri Forti spa, in via Marconi. Prima lavoravo da Big Pharma, una succursale». E come si trova? «Bene, stiopendio buono, ferie e permessi, premio di produzione quando riusciamo ad incrementare di uno 0,5% il declino dell'umanità». E di preciso di cosa si occupa? «Potevo scegliere tra il modificare geneticamente sementi o vaccini, e l'inserire microchip di controllo umano nei vaccini stessi. Ho scelto questi ultimi, promettono grandi sviluppi». Ma come fate a creare microchip così piccoli da essere invisibili nel siero vaccinale? «Eh beh, segreto industriale tutelatissimo. Lo conosciamo noi e qualche milione di No vax».

Riguardando le immagini della partita Verona-Roma, e soprattutto quelle della Curva sud, mi è ritornato in mente quel bel verso forse preso da qualche cantico del Dolce stilnovo: "Mejo bear sforsà che laorar de gusto"

Che non fa niente. Poi ai ragazzi men che meno. Tralasciando i 130mila morti, ovviamente, che comunque sarebbero morti in qualche altro modo, più o meno. Ieri parlavo con una diciassettenne, che ha preso l'influenzina diversi mesi fa (assieme a tutta la sua famiglia). Mi diceva che ancor oggi non riesce a sentire bene i gusti e gli odori. Influenzina.

Arriva l'ondivago leader politico: «Il green pass sia un'opportunità ma non un obbligo per i lavoratori». Risposta: «No, sarà obbligatorio per tutti i lavoratori». «Ah, va bene». Poi arrivano i leader sindacali: «Allora tamponi gratis per tutti». Risposta: «No, o si vaccinano o se li pagano. C'è altro?».

Registriamo su alcuni temi – dai vaccini a certi personaggi discutibili che si aggirano attorno alla nostra Chiesa – reazioni sobrie ed equilibrate che esprimono moderato dissenso rispetto a quanto da noi scritto: servi di Satana, dovete morire, nazisti e così via. Che dire? Si risponde o si allerta l'intervento psichiatrico rapido?

Valgono quel che valgono. Ma leggerne uno sull'attuale sindaca di Roma, la grillina Virginia Raggi, e scoprire che sarebbe molto soddisfatto di lei il 3,5% dei romani, mentre il 75% alla sola idea che possa governare la città per altri 5 anni starebbe valutando l'ipotesi di trasferimento in altro Comune...

Ai nostri ragazzi che questa mattina sono andati a scuola per il primo giorno dell'anno scolastico. Alla scuola stessa, che sembra sempre camminare sull'orlo del burrone, e tutte le volte ce la fa a portare a termine l'anno; agli insegnanti e al personale scolastico, che "sono" la scuola. A noi genitori, per i quali la scuola è una bella fetta di impegno quotidiano. Ce la faremo, se solo sapremo riprenderci dalla mazzata del conto pagato per l'acquisto dei libri.