Il Giorno della luce ci fa capire quanto essa sia vitale per tutti noi
Il 16 maggio potremmo trovare sulle nostre agende cartacee o elettroniche la scritta Idl. Non bisogna spaventarsi e nemmeno pensare che si tratti di qualche pubblicità ingannevole.
Il 16 maggio potremmo trovare sulle nostre agende cartacee o elettroniche la scritta Idl. Non bisogna spaventarsi e nemmeno pensare che si tratti di qualche pubblicità ingannevole.
È un’importante Giornata, che però anche nella versione ufficiale ed estesa del nome può lasciare qualche perplessità (pure per chi conosce l’inglese): International day of light. A risolvere la situazione ci pensa il vero significato che è evidenziare la luce artificiale soprattutto nel suo ruolo fondamentale in molti ambiti, anche della nostra quotidianità: scienza, lavoro, tempo libero e cura personale. Questa occasione (di cui tutte le informazioni sono reperibili sul sito lightday.org) eredita e porta avanti lo spirito dell’Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce.
Nel 2015, infatti, sotto la sigla inglese Ily sono state organizzate oltre 13mila attività sul tema in 147 Paesi, per un pubblico stimato di oltre 100 milioni di persone e soprattutto con la nascita di collaborazioni tra leader dei diversi settori, Ong, imprese sociali. Ghana, Messico, Nuova Zelanda e Russia sono stati i primi a insistere perché ci fosse una occasione annuale per richiamare questi temi e rafforzare i collegamenti; a loro si sono presto uniti Argentina, Repubblica Dominicana, Ecuador, Egitto, Iran, Libano, Malesia, Marocco, Nicaragua, Serbia, Nigeria, Paraguay, Qatar, Vietnam e Uganda, fino all’approvazione da parte della Conferenza generale dell’Unesco, nella sua 39ª sessione il 7 novembre 2017.
La scelta è caduta sul 16 maggio perché è proprio l’anniversario del primo utilizzo con successo di una nuova tecnologia basata sulla luce: nel 1960, infatti, il fisico e ingegnere elettronico statunitense Theodore Harold Maiman (1927-2007) mise a punto l’invenzione del laser che, due anni dopo, era già utilizzato per gli interventi chirurgici alla retina e presto si rivelò un elemento davvero rivoluzionario in molti campi.
Questa Giornata vuole ricordare come sono riposte qui le speranze per migliorare la qualità della vita nei Paesi in via di sviluppo (garantendo per esempio acqua potabile, informazione plurale, illuminazione pubblica e privata, occhiali a prezzi accessibili), favorire in tutto il mondo le relazioni e la connettività tra persone, raggiungere una maggiore efficienza energetica (che limiterebbe gli sprechi e ridurrebbe l’inquinamento luminoso), preservare il patrimonio culturale, avanzare nello studio sulle origini dell’Universo, sviluppare un’agricoltura sostenibile, migliorare le scienze mediche, fornire nuove – e in qualche modo inattese – speranze nell’affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la carenza di energia, la povertà.
Per questo diventa anche occasione per la richiesta agli Stati di nuovi investimenti nel settore, soprattutto finanziando persone che si possano dedicare alla ricerca, nel desiderio che anche per quella tecnologica valga quanto dice il fotografo Trent Parke: “La luce trasforma l’ordinario in qualcosa di magico”.
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