Il Fatto di Bruno Fasani
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Pedofilia, se la Chiesa diventa capro espiatorio

Spotlight in inglese può indicare letteralmente un riflettore, un faretto. In senso metaforico, parliamo di un cono di luce che serve per portare un problema sotto i riflettori. Non sappiamo quanti dei nostri lettori siano interessati ad approfondire la lingua della “perfida Albione”, espressione con cui il marchese Agostino di Ximenes, ripresa poi dal Duce, parlava dell’Inghilterra...

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Spotlight in inglese può indicare letteralmente un riflettore, un faretto. In senso metaforico, parliamo di un cono di luce che serve per portare un problema sotto i riflettori. Non sappiamo quanti dei nostri lettori siano interessati ad approfondire la lingua della “perfida Albione”, espressione con cui il marchese Agostino di Ximenes, ripresa poi dal Duce, parlava dell’Inghilterra.
Se mai abbiamo qualche interesse per Spotlight, questo ci viene dal fatto che molto recentemente è diventato il titolo di un film che ha portato a casa l’Oscar, tra gli osanna compiaciuti di mezzo mondo. La pellicola racconta l’indagine fatta nel 2003 da alcuni giornalisti del Boston Globe per portare a galla gli abusi su minori nella Diocesi di Boston, con l’accusa all’arcivescovo Bernard Law di aver coperto i misfatti di 70 suoi sacerdoti. L’indagine, che vinse il Premio Pulitzer, servì a scoperchiare un problema dolorosissimo, ad accelerare i provvedimenti della Chiesa ed anche ad arricchire scaltriti avvocati, che avevano trovato nel filone una manna imprevista.
Non ho visto il film e credo che non andrò a vederlo. Per ragioni di tempo, ma soprattutto per non sintonizzarmi col politicamente corretto di chi non perde occasione di dar sul muso alla Chiesa. E non perché sia incline a nascondere i fatti o a ridurne la gravità. Anzi. La retorica ci impone di dire che anche un solo caso sarebbe intollerabile. Semplicemente vorrei che si rompesse la cultura del capro espiatorio. Giusto per ricordarlo a chi non lo sapesse, l’espressione viene dalla pratica del passato da parte di Israele di scaricare su un caprino tutte le colpe del popolo. L’animale veniva poi abbandonato nel deserto, dove di lì a poco sarebbe arrivata la fine, considerata l’espiazione dei mali della gente.
C’è un subdolo gioco del capro espiatorio dietro alla tenacia di voler indicare la Chiesa come lo spazio desolato del virus della pedofilia. Un gioco che consente al mondo laico di tirarsi fuori dal problema, quello che infetta soprattutto fuori dai muri delle sacristie. Nei giorni scorsi è stata fatta un’inchiesta presso la stazione Termini di Roma. Ragazzi stranieri di undici, dodici anni, tredici anni arrivati da noi coi barconi e ora stazionanti presso i cessi, in vendita a 15 euro per i pedofili del posto o a smerciare droga. Per questi disperati, che nella vita hanno già perso in partenza, non ci sono film, ma neppure indignazione, sussulti di coscienza. Così come non ci sono per i bambini violati da un turismo predatorio. Don Fortunato Di Noto che dal 1996 denuncia, tramite l’associazione Meter, lo scempio di bambini attraverso il mercato pedo-pornografico di internet, conosce bene la frustrazione di un impegno che sembra scontrarsi coi muri di gomma di una generale indifferenza. Anche per ciò che accade fuori della Chiesa vorremmo Spotlight, sempre che l’obiettivo sia quello reale di difendere i bambini.

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