Vicende sentimentali riadattate che alimentano il trash televisivo
Le storie sentimentali sul piccolo schermo intercettano senza problemi un pubblico fedele e appassionato, non tanto desideroso di approfondire quanto viene raccontato, ma soprattutto che vi sia un lieto fine. Il filo rosso, nuovo programma di Rai 2, si inserisce in questo fecondo filone, dove protagoniste sono persone comuni che raccontano come abbiano riannodato questo cordone che rappresenta un legame intenso e mai interrotto che le unisce a qualcun altro
Le storie sentimentali sul piccolo schermo intercettano senza problemi un pubblico fedele e appassionato, non tanto desideroso di approfondire quanto viene raccontato, ma soprattutto che vi sia un lieto fine. Il filo rosso, nuovo programma di Rai 2, si inserisce in questo fecondo filone, dove protagoniste sono persone comuni che raccontano come abbiano riannodato questo cordone che rappresenta un legame intenso e mai interrotto che le unisce a qualcun altro. Queste vicende di affinità naturalmente sono state anche segnate da difficoltà e incomprensioni che comunque, dopo un periodo critico, sono state risolte.
La conduttrice Paola Perego (nella foto) accompagna i suoi ospiti a svelare passo dopo passo le fasi di questo sentimento. Il programma si può dunque considerare come un singolare talk show dove vi è anche la presenza dell’esperto che commenta con voce autorevole il legame che viene portato davanti alle telecamere. Brevi spezzoni, sapientemente montati ad arte, di saluti e incoraggiamenti di amici e conoscenti contribuiscono a rendere ancor più emotivamente intensa la storia. Di fronte a racconti come questi, avvincenti e probabilmente anche un po’ romanzati per renderli mediaticamente più appetibili, resta un mistero sapere che cosa induca le persone a mettere alla mercé di tutti i propri sentimenti più intimi. Spesso, infatti, queste vicende private gettano un’ombra sul comportamento di altre persone che vengono in qualche modo giudicate per le loro azioni ritenendole cattive o inopportune, senza talvolta dare la possibilità di una doverosa difesa. Lo stile espositivo degli ospiti pare tutto fuorché spontaneo e volutamente viene omesso quello che non si ha il coraggio di dire o non sia conforme al sentire comune. Se quanto si vede il sabato pomeriggio fosse una delle tante soap opera, tutto parrebbe normale, ma portare sul piccolo schermo, dietro adeguata ricompensa, le proprie ferite nascoste, i propri rimpianti o i propri sogni, pone davvero tanti interrogativi sull’uso strumentale della televisione. Anche la rubrica “Una poltrona per due” dove gli ospiti, seduti uno di schiena all’altro, si rimbrottano pubblicamente i propri dissapori se, di primo acchito, potrebbe apparire un gioco goliardico, in realtà diventa l’ennesima occasione di tv trash che trae fuori dagli spettatori il peggio di sé. Il filo della Perego, allora è rosso di vergogna.
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