Ancora storie private esibite in tv
La televisione è diventata ormai la fabbrica delle emozioni, non soltanto quelle artificiali delle fiction o dei reality, ma anche quelle sperimentate sulla propria pelle dalla gente comune. Così lontani così vicini (giunto alla seconda edizione) è un tassello di questa serie che punta a far assaporare un’emotività tra le più forti e conclamate che il piccolo schermo abbia mai messo in campo...
La televisione è diventata ormai la fabbrica delle emozioni, non soltanto quelle artificiali delle fiction o dei reality, ma anche quelle sperimentate sulla propria pelle dalla gente comune. Così lontani così vicini (giunto alla seconda edizione) è un tassello di questa serie che punta a far assaporare un’emotività tra le più forti e conclamate che il piccolo schermo abbia mai messo in campo. Il programma ha la missione di riuscire, partendo da pochi indizi, a ricomporre famiglie che la sorte avversa ha prepotentemente diviso fin dall’inizio, rendendo sconosciuti familiari legati invece da uno stretto vincolo di parentela. Il caso principe è quello di figli adottivi che cercano i propri genitori naturali o di ragazzi cresciuti in orfanotrofio che si mettono sulle tracce dei loro fratelli o sorelle di sangue. Il mezzo televisivo è spesso per loro l’ultima spiaggia per rintracciare un familiare cercato in mille altri modi, ma inutilmente.
Le storie sono introdotte da una coppia stranamente assortita: Paola Perego, conduttrice di tanti programmi d’intrattenimento, e il cantante Al Bano, simbolo nazionalpopolare dell’attaccamento ai valori familiari più viscerali. Se Maria De Filippi, con C’è posta per te fa venire in studio i protagonisti della storia che innescano tra loro anche un acceso colloquio, di cui lei è mediatrice e arbitro, qui invece più che le parole parlano, restando nelle loro case, i volti continuamente rigati di lacrime, prima di tristezza e poi di gioia. I presentatori, infatti, si tirano in disparte nel momento del ricongiungimento, o almeno così vogliono far credere. I protagonisti sono lasciati soli, davanti alle telecamere, a vivere o interpretare il momento intenso di riabbracciare un familiare dopo decine di anni o addirittura mai conosciuto. Si avvera così un sogno capace anche di sconquassare ulteriormente non solo la loro vita, già segnata da esperienze forti se non drammatiche, ma anche quella di altri congiunti involontariamente coinvolti.
Pur con il garbo di non spettacolizzare troppo l’intimo sofferente degli sfortunati personaggi e con la cautela di non giudicare eventuali sbagli commessi, i racconti privati e assai delicati come questi, quando sono esibiti davanti a milioni di telespettatori, rischiano sempre la finzione o di raccontare solo mezze verità. Il piccolo schermo, mezzo di comunicazione di massa, si trasforma così in strumento di comunicazione intima tra persone che, pur di riuscire a comunicare tra loro, pagano il prezzo di lasciarsi costruire addosso una storia mediaticamente appetibile. La tv che vuole essere così vicina alla vita reale è, invece, tanto lontana.