Spiato in tv
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Una nuova famiglia in tv, un po’ finta...

Pensando alla situazione attuale delle famiglie italiane, davvero Tutto può succedere, ed è così, infatti, che Rai Uno ha intitolato la nuova fiction in 13 puntate che racconta le vicende di Ettore ed Emma Ferraro e della loro folta discendenza. Quattro fratelli, già adulti, ognuno con una propria famiglia e un preciso percorso di vita...

Una nuova famiglia in tv, un po’ finta...

Pensando alla situazione attuale delle famiglie italiane, davvero Tutto può succedere, ed è così, infatti, che Rai Uno ha intitolato la nuova fiction in 13 puntate che racconta le vicende di Ettore ed Emma Ferraro e della loro folta discendenza. Quattro fratelli, già adulti, ognuno con una propria famiglia e un preciso percorso di vita, si ritrovano spesso tutti insieme a casa dei loro genitori. Durante questi frequenti raduni a tavola emergono continuamente le nuove sfide che ciascuno deve affrontare. Il fratello maggiore è alle prese con un figlio affetto da una malattia rara; il più piccolo, eterno bambinone, scopre all’improvviso di essere padre di un bimbo di 5 anni; una sorella è tornata a vivere con mamma e papà dopo la separazione, mentre l’altra si divide con affanno e sensi di colpa fra la carriera e gli affetti familiari. Un intreccio di relazioni che sostiene una trama dai toni di commedia quasi sentimentale nella certezza che, comunque vadano le cose, l’amore vincerà sempre.
Il telespettatore si gode così una buona iniezione di familismo, all’insegna della bellezza di stare tutti uniti, soprattutto se si appartiene alla classe media e si sta bene economicamente, come i protagonisti di questa fiction. A interpretare i numerosi personaggi sono stati chiamati i volti noti di questo genere di serialità, già visti in alcuni grandi successi della rete: da Pietro Sermonti di Un medico in famiglia a Giorgio Colangeli, reduce da Braccialetti Rossi. Molto promettenti e professionali, inoltre, sono i giovani attori che portano sullo schermo le insicurezze e gli slanci degli adolescenti alla ricerca della propria identità.
La serie è la trasposizione italiana del telefilm americano Parenthood, che così, rivisitato e adattato in salsa nostrana, approda finalmente a un pubblico più ampio. C’è molto di “italico” in questo racconto: dall’attaccamento potentissimo ai propri genitori, al desiderio di sentirsi sempre stretti attorno all’unico focolare, fino ai compromessi e ai segreti per non tradire le aspettative e la fiducia degli altri sperando così di superare ogni divergenza in nome della famiglia, bene supremo. Questa saga, pur volendo raccontare con verosimiglianza quanto capita nelle nostre case, sorvola, invece, con superficialità su alcuni temi importanti, come, ad esempio, l’educazione dei figli, in nome del politicamente corretto. I Ferraro in onda la domenica sera sono più simpatici degli enigmatici Rengoni di Una grande famiglia e più solidi degli squinternati protagonisti di Tutti pazzi per amore, ma ancora alquanto finti per potersi identificare con loro.

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