Spiato in tv
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Un affresco sul secondo dopoguerra

In occasione della Giornata della memoria la Rai manda in onda la miniserie in 4 puntate La guerra è finita...

Parole chiave: La guerra è finita (1), Dopoguerra (1), Spiato in tv (184)
Un affresco sul secondo dopoguerra

In occasione della Giornata della memoria la Rai manda in onda la miniserie in 4 puntate La guerra è finita. Il racconto è ispirato alla storia di un gruppo di orfani e sopravvissuti ebrei al secondo conflitto mondiale che tra il 1945 e il ’48 furono ospitati sulle Prealpi bergamasche. Con toni delicati il regista Michele Soavi presenta i personaggi, molto diversi tra loro, raccolti in un casolare occupato abusivamente mentre cercano di tornare alla normalità. Per riuscire nel loro intento devono non solo ritrovare le loro famiglie ma anche riacquistare la serenità interiore facendo i conti con il loro passato e sanando le dolorose e ancora sanguinanti ferite che la guerra ha lasciato nella loro anima. Ma anche gli adulti che si prendono cura di loro hanno bisogno di una catarsi personale per ritrovare il loro posto nella società. La fiction è un affresco corale su un periodo molto complesso della nostra storia nazionale quale fu quello post-bellico. In questa fattoria tutto quanto viene vissuto con toni drammatici che tuttavia non preannunciano una tragedia, bensì portano in sé il seme della speranza. Michele Riondino, che aveva già dato una singolare prova di sé ne Il giovane Montalbano, Carmine Buschini, protagonista di Braccialetti Rossi, e gli altri attori del cast, compresi i piccoli interpreti, riescono a ricostruire il clima di un periodo in cui necessariamente si doveva badare all’essenziale e al bene comune, più che alle esigenze personali. Il racconto, per esigenze di copione un po’ romanzato, è un monito affinché vicende analoghe non si debbano ripresentare sullo scenario della storia. Con il 20% circa di share il pubblico ha apprezzato questa narrazione intensa, con sentimenti piuttosto forti che desiderano ritrovare un rinnovato equilibrio. In tale modo la tv di Stato adempie, con il linguaggio che le è proprio, a tenere viva una memoria collettiva, soprattutto per le nuove generazioni. Come bene recita il titolo, il conflitto mondiale è terminato 75 anni fa, ma il ricordo deve restare vivo non per riaprire controversie ideologiche, ma per fare memoria che il nostro presente e futuro non può ignorare queste radici che, come avviene nella fiction, hanno saputo far crescere l’albero della sempre auspicata concordia nazionale.

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