Si può stare a casa e... fare dell’altro
Resta a casa e vinci è un gioco a quiz piuttosto modesto dove i concorrenti si sfidano tra loro non in uno studio televisivo, ma restando seduti sul divano delle proprie case. Le due squadre composte da una coppia di qualsiasi tipo, anche solo di amici o conoscenti...
Resta a casa e vinci è un gioco a quiz piuttosto modesto dove i concorrenti si sfidano tra loro non in uno studio televisivo, ma restando seduti sul divano delle proprie case. Le due squadre composte da una coppia di qualsiasi tipo, anche solo di amici o conoscenti, sono chiamate a rispondere a domande di cultura generale, alcune delle quali poste da personaggi famosi del mondo dello spettacolo, della politica o dello sport. A condurre quello che in realtà sembra soltanto una maniera di far salotto, è Costantino della Gherardesca (nella foto), discendente di una famiglia aristocratica toscana. Senza possedere particolari doti artistiche, più che presentare gli altri ostenta se stesso e il suo stile di vita alquanto snob, permeato di maniere signorili e di un linguaggio forbito. L’ironia che usa verso i concorrenti si trasforma molte volte in sarcasmo. I suoi astanti anche se a distanza subiscono questo dileggio che evidentemente fa parte del gioco, tanto quanto i quesiti che vengono posti. Suo speciale valletto è un pupazzo con le sembianze di maialino rosa impersonato da un mimo muto con tanto di abbondante costume di scena. Mentre poco si vede della casa dei concorrenti, il conduttore invece trasmette dalla dépendance di una villa di lusso e dà l’impressione, fin dai saluti iniziali, che questo suo impegno possa essere solo una distrazione dalla noia che lo attanaglia. Per fortuna in mezzo a queste chiacchiere e figuracce degli sfidanti che talora sbagliano le risposte anche alle domande più banali, il montepremi dal valore piuttosto limitato, qualche migliaio di euro, viene elargito in beneficenza.
La trasmissione è la continuazione riveduta e corretta di un altro appuntamento sempre curato da della Gherardesca che si intitolava Apri e vinci. Il responso dell’Auditel non premia la possibilità di diventare primi in una sfida rimanendo tranquillamente seduti nella propria abitazione: il 2-3% di share dice che quest’opportunità interessa davvero a pochi. Sentirsi derisi senza neppure gustare l’ebrezza di poter stare sotto i riflettori mortifica ogni tipo di entusiasmo e suspense che dovrebbe animare qualsiasi competizione. Quando si pensa che per le persone di una certa età appassionate del piccolo schermo le sfide dell’estate che un tempo venivano trasmesse erano i Giochi senza frontiere, si percepisce benissimo l’inarrestabile declino della tv d’intrattenimento. Se proprio si deve restare a casa meglio fare dell’altro, non si perde nulla.
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