Spiato in tv
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Una cenerentola tra pezzi da novanta

Il venerdì su Rai 1 è la sera dei volti noti della tv che gareggiano fra loro. Con Music Quiz, infatti, Amadeus ha preso il posto di Carlo Conti al timone di Tale e quale show. Ora, messe da parte le imitazioni e i travestimenti, è la musica a farla da padrona.

Parole chiave: Music Quiz (1), Spiato in Tv (184), Giuseppe Begnigni (48)
Una cenerentola tra pezzi da novanta

Il venerdì su Rai 1 è la sera dei volti noti della tv che gareggiano fra loro. Con Music Quiz, infatti, Amadeus ha preso il posto di Carlo Conti al timone di Tale e quale show. Ora, messe da parte le imitazioni e i travestimenti, è la musica a farla da padrona. Otto concorrenti, divisi in due squadre, gareggiano fra loro sfidandosi sui brani che fanno parte del repertorio più conosciuto di tutti i tempi. L’andamento del programma è simile a quello di una serata in casa tra amici che senza pretese, per ingannare il tempo e stare insieme in allegria, mettono alla prova la loro cultura musicale sulla conoscenza dei cantanti preferiti. In palio anche in televisione non ci sono cifre di denaro, ma soltanto un fantomatico disco d’oro che in realtà è fatto di plastica, espressione massima del kitsch. Le due ore e mezza di trasmissione sono tutte uguali: motivetti, sorrisini, urla, mosse di danza e battimani del pubblico. Comodamente seduti dietro un banco, i vip neppure fanno la fatica di cantare o accennare un motivo, come avveniva in Furore quindici anni fa, ma soltanto scrivono su un tablet un titolo o un autore. Ai concorrenti poco interessa della musica, perché la loro presenza, più che a far sfoggio delle loro conoscenze, ha l’obiettivo di farsi ricordare dal pubblico e dai produttori televisivi. Giocano palesemente fuori campo, loro che per la maggior parte sono attori. In questa commistione fra generi, a guadagnarci è solo il conduttore che cerca di fare al meglio il suo mestiere. Probabilmente se a concorrere fosse la gente comune, il quiz sarebbe più avvincente e sudato, mentre qui è soltanto un salotto dove si scherza e si ride senza un minimo di costrutto. Un vecchio stereo degli anni ’80 è il simbolo di quello che è un reality a buon mercato e con il minimo sforzo.
 Il 15% circa di share è un risultato soddisfacente per la media di rete, tenendo conto che trasmissioni del genere a poco prezzo e a basso consumo d’idee pareggiano il grande spiegamento di forze che si usa per le fiction di successo. Accanto ai racconti benamati dal pubblico Che Dio ci aiuti e A un passo dal cielo, arrivati entrambi alla quarta stagione, Rai 1 affianca serate più leggere temendo la concorrenza di un’altra storia molto amata e tornata sul piccolo schermo dopo qualche anno come Il bello delle donne. Questo semplicissimo show musicale è una trasmissione volutamente cenerentola in mezzo a tanti altri pezzi da novanta.

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