Spiato in tv
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Se già il titolo smentisce la trama...

Non uccidere è una fiction di cronaca nera alla sua seconda stagione di messa in onda che, dopo due anni di sosta, ha traslocato da Rai 3 a Rai 2. Il cambio di rete è stato preceduto da un esperimento che la tv di Stato ha compiuto per la prima volta...

Parole chiave: Non uccidere (1), Spiato in tv (184)
Se già il titolo smentisce la trama...

Non uccidere è una fiction di cronaca nera alla sua seconda stagione di messa in onda che, dopo due anni di sosta, ha traslocato da Rai 3 a Rai 2. Il cambio di rete è stato preceduto da un esperimento che la tv di Stato ha compiuto per la prima volta. Questa nuova serie, infatti, da circa un mese è possibile vederla integralmente e anticipatamente sul sito internet della Rai, che, generalmente, invece, ospita soltanto programmi già trasmessi. La prima serie mandata nel 2015 aveva raccolto pochi telespettatori, tanto che fu riproposta dopo una pausa di qualche mese in cerca di migliori ascolti che però non arrivarono. Ora questa seconda serie, in onda due volte alla settimana, al nuovo esordio ha raggiunto ascolti di poco superiori rispetto alla prima stagione, con 1,4 milioni di telespettatori e uno share del 6%.
La trama è completamente segnata da fatti di sangue e violenza, da estenuanti e pressanti interrogatori degli indiziati, da intrighi, ricerche della polizia per giungere al colpevole. In mezzo a tutte queste vicende s’intrecciano le situazioni familiari e affettive dei servitori dello Stato. Miriam Leone (nella foto), già Miss Italia nel 2008, presta il volto a un’ispettrice della squadra mobile di Torino che oltre ad indagare su quanto succede in città, va alla ricerca del suo vero padre. Sua madre, infatti, che si era falsamente dichiarata colpevole di aver ucciso il marito, non le ha mai rivelato l’identità del suo genitore biologico. Quest’agente, inoltre, vive quasi in parallelo due storie d’amore con altrettanti colleghi. Manca in ogni fotogramma di questa fiction la luce del sole in presa diretta. Ogni scena filtrata in una tonalità grigio-azzurrognola incute un senso di mestizia e pessimismo ed è accompagnata da una colonna musicale dai suoni inquietanti che toglie ogni sincero sorriso ai personaggi. Quest’artifizio artistico vuole acuire l’angoscia e l’ansia di cui il racconto è intriso, ma in egual misura corre il serio pericolo di distogliere dalla visione chi dopo le fatiche del giorno vorrebbe godersi un po’ di relax. Mai titolo fu, infatti, più falso, vista la serie innumerevole di omicidi rappresentati in due ore di programmazione. Il prodotto definito nordico mal si adatta al temperamento latino che preferisce di gran lunga indagini più emotivamente accattivanti e coinvolgenti che vanno dal Commissario Montalbano, al Commissario Manara, all’Ispettore Coliandro, solo per restare nell’ambito della Polizia di Stato.

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