L’adolescenza, stagione di sogni e paure
Con La compagnia del Cigno tornano protagonisti su Rai 1 gli adolescenti e le loro famiglie come già avvenuto in altre fiction di successo, tra le quali, ad esempio, Braccialetti rossi. Stavolta a tenere uniti fra loro i giovani è la passione per la musica che si palesa nel frequentare il conservatorio di Milano.
Con La compagnia del Cigno tornano protagonisti su Rai 1 gli adolescenti e le loro famiglie come già avvenuto in altre fiction di successo, tra le quali, ad esempio, Braccialetti rossi. Stavolta a tenere uniti fra loro i giovani è la passione per la musica che si palesa nel frequentare il conservatorio di Milano. Provenienze diverse, esperienze contrastanti mettono alla prova la conoscenza e poi l’amicizia di sette ragazzi e ragazze. Attorno a loro compaiono degli adulti, in realtà nessuno veramente affidabile: dal maestro severo e arcigno, fino a genitori o parenti incapaci di esercitare un ruolo educativo equilibrato. Questa fiction si colloca nel genere del racconto di formazione, volendo seguire il percorso umano e affettivo dei ragazzi verso la maturità. L’ambiente dove vivono è piuttosto anomalo rispetto ai loro coetanei, nella stragrande maggioranza intenti più ad ascoltare in solitaria la musica contemporanea che a cimentarsi nell’eseguire musica classica. Le loro giornate sono segnate dalla fatica e dalla costanza nel voler acquisire le competenze necessarie per suonare uno strumento in un’orchestra, dove, tra la gamma dei sentimenti che si provano, accanto alla solidarietà convivono pure la gelosia e l’arrivismo. Le riprese in esterna generalmente in notturna, nella penombra e nel chiaroscuro, ben esprimono lo stato d’animo di questi giovani un po’ melanconici con un passato problematico da nascondere o dimenticare.
Ispirandosi per il loro sodalizio a Giuseppe Verdi, sopranominato “il cigno di Busseto”, la loro unione, che nasce dal comando di un’insegnante, s’incrementa anche attraverso l’uso dei social media i cui contenuti, attraverso un’elaborazione tecnica, sono resi visibili ai telespettatori. Il regista Ivan Cotroneo, come già fece in Tutti pazzi per amore, in ogni puntata mostra uno dei personaggi cimentarsi nell’esibizione, dai risvolti magici e fiabeschi, di qualche piccola coreografia di danza cantando alcuni successi di musica leggera. Accanto ai beniamini del pubblico, tra cui Alessio Boni, Francesca Cavallin e Giorgio Pasotti, compaiono giovani attori pressoché sconosciuti ma non per questo meno capaci di esprimere con le loro qualità artistiche la parte assegnata. L’unione non ben riuscita tra il tono della commedia e quello drammatico, se da una parte non rende questa fiction un capolavoro, dall’altra rappresenta la stagione dell’adolescenza sospesa tra sogni irrealizzabili e paure sempre latenti.
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