Di furore ce n’è ben poco tra gli spettatori
Furore - capitolo secondo propone ai telespettatori di Canale 5 il prosieguo di una fiction apparsa 4 anni fa sui teleschermi nella sua prima parte. Realizzata dalla casa di produzione Ares, questa nuova serie è ambientata in un ipotetico paese dell’entroterra ligure...
Furore - capitolo secondo propone ai telespettatori di Canale 5 il prosieguo di una fiction apparsa 4 anni fa sui teleschermi nella sua prima parte. Realizzata dalla casa di produzione Ares, questa nuova serie è ambientata in un ipotetico paese dell’entroterra ligure, dove negli anni ’60 arrivarono, di certo malvisti e mal sopportati, numerosi immigrati dal Sud dell’Italia. La famiglia Licata è al centro delle vicende, dove si mescolano vendette, soprusi, imbrogli e soprattutto tante passioni amorose molto spesso irrefrenabili tra persone di diversa estrazione sociale e provenienza. Movente della narrazione è conoscere la vera madre di una giovane adottata a Napoli, e chi ha ucciso un promettente giovane di belle speranze che ha pestato i piedi a qualche potente del luogo. In questa piccola località dove l’ipocrisia non manca, si può ben immaginare quale scompiglio provochino sospetti, tradimenti coniugali e indagini di tal genere molte volte messe a tacere dalla convenienza di difendere la ragion di stato e l’onore delle famiglie.
Se già la storia corre sul filo del melodramma, anche il cast scelto per interpretarla è composto da attori che ben si prestano a rendere questo genere di racconto dove a farla da padrone sono i cuori spezzati e le copiose lacrime. Massimiliano Morra, Adua Del Vesco, Elena Russo e Francesco Monte sono, infatti, volti noti al pubblico appassionato di tormenti amorosi, guerre fratricide, segreti e intrighi. Interpreti del genere, di bell’aspetto e notevole prestanza fisica ma con scarse qualità artistiche, rendono migliore un prodotto senza alcuna pretesa che si basa volutamente sull’approssimazione delle scenografie, dei dialoghi e delle ricostruzioni storiche. Più che un romanzo, questa ulteriore vicenda è la mera trasposizione televisiva di quello che fino a qualche decina d’anni fa sarebbe stato solamente un fotoromanzo. Sul piccolo schermo scorrono, infatti, più cartoline patinate che non immagini di uno sceneggiato di spessore, dove si ha cura dei particolari e della verosimiglianza di quanto si va esponendo.
Mettere in palinsesto in prima serata un prodotto del genere in diretta concorrenza con Fabio Fazio e il suo Che tempo che fa vuol dire dichiararsi sconfitti ancora prima di iniziare la battaglia. Da parte della produzione e degli attori l’impegno profuso si attesta al 10% come lo share finora raccolto.
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