Barbareschi se ne fa un baffo del politicamente corretto

In barba a tutto segna il ritorno in televisione, dopo 10 anni, di Luca Barbareschi (nella foto). Il poliedrico artista in uno studio televisivo molto ampio che assomiglia a un grande salotto da piano bar dove vi è addirittura un biliardo, intervista vari personaggi più o meno conosciuti. Un’ambientazione del genere avrebbe lo scopo di facilitare gli ospiti ad aprirsi e a raccontarsi soprattutto di fronte a domande scomode e irriverenti che vengono poste dal padrone di casa. Il suo stile è sempre all’insegna del politicamente scorretto, volendo guardare le vicende attuali da un altro punto di vista rispetto a quello del pensiero dominante. Barbareschi, infatti, è sempre stato un personaggio mai allineato, incurante di voler ad ogni costo piacere a tutti. Con la sua originalità e cultura raffinata riesce però ad accattivare chi segue da casa proponendo qualcosa d’inedito, complementare, diverso da quello che si può sentire negli altri salotti televisivi.
Il titolo che gioca con il suo cognome, ben stigmatizza l’accento della trasmissione che in modo comunque mai sfacciato o umiliante osa offrire un punto di vista diverso. In modo del tutto inaspettato, la trasmissione va in onda su Rai 3, da sempre più legata al mondo riconducibile alle forze progressiste, mentre Barbareschi si trova politicamente sul fronte opposto. Il modo di affrontare gli argomenti è graffiante, ma mai strafottente. L’arguzia unita all’autoironia ne fanno un appuntamento frizzante, che riesce a tenere desta l’attenzione per tutti i 45 minuti della seconda serata. Il presentatore ha voluto rigorosamente mandare in onda il suo programma in diretta, pronto a cogliere anche le ultime notizie. Il suo umorismo è sempre molto acuto, condito da una verve lapidaria e sempre azzeccata che non tramortisce l’ospite, ma piuttosto intende stuzzicarlo a non dare riposte preconfezionate. Con le persone accolte nel suo salotto non ci si mette a ripercorrere il passato dell’intervistato, come avviene in tutte le trasmissioni simili, ma si va dritti all’argomento del quale si vuole discutere.
La colonna sonora del programma è assicurata dalla musica della Marco Zurzolo Band. Solo il 5% di coloro che sono davanti al televisore preferiscono Barbareschi a tutto il resto, permettendo di raggiungere un risultato non brillante ma comunque accettabile. Volentieri, quindi, si gusta un programma del genere, perché riesce ad approfondire con intelligenza, senza mai cadere nel politichese o nell’insulto, come accade altrove, molte vicende d’attualità.