Anche giovane, Montalbano funziona
La fiction di qualità è capace di ottenere successo non solo con nuove serie che ne prolungano nel futuro la trama, ma anche tornando indietro nella narrazione come succede per Il giovane Montalbano 2, trasposizione televisiva dei racconti di Andrea Camilleri...
La fiction di qualità è capace di ottenere successo non solo con nuove serie che ne prolungano nel futuro la trama, ma anche tornando indietro nella narrazione come succede per Il giovane Montalbano 2, trasposizione televisiva dei racconti di Andrea Camilleri. All’inizio di questa nuova stagione di programmazione è proprio la voce dell’anziano autore a introdurci nell’atmosfera di questi episodi televisivi dei quali si compiace e nei quale si è sempre riconosciuto. Nel nuovo appuntamento con quest’agente di polizia, infatti, si vanno a scoprire le vicende che hanno visto protagonista il commissario agli inizi del suo insediamento nella fantomatica cittadina di Vigata. Attorno a lui si muovono già quelli che poi diventeranno i suoi colleghi più fidati, Giuseppe Fazio e Mimì Augello. Anche il telespettatore più fedele si è ormai abituato all’idea che Luca Zingaretti sia stato sostituito da un più sbarazzino Michele Riondino. Montalbano è un servitore dello Stato che svolge la sua professione con senso del dovere, senza trascurare però di mettere in campo la sua umanità a tratti rude ma sincera. L’ambientazione è quella abituale della Sicilia con il suo mare, raccontata nella sua provincia, nei suoi costumi, nel linguaggio, nelle tradizioni della gente comune. Il precedente regista Luca Sironi preferiva le riprese della luce del sole, delle onde del mare, che danno il senso di una storia senza tempo, antica, misteriosa, mentre l’attuale Gianluca Maria Tavarelli ha scelto molto di più riprese in interni e luci sommesse.
Le vicende sono scandite dal ritmo lento di una storia che non si muove per colpi di scena, ma per piccoli passi che fanno avanzare senza correre. Questi sei nuovi episodi, sempre mandati in onda su Rai Uno, confermano il buon approfondimento psicologico dei personaggi, delle loro passioni e dei loro gusti, prestando attenzione a inserirli anche con l’uso del dialetto stretto in una situazione verosimile. Storie semplici – in cui comunque c’è sempre un omicida da assicurare alla giustizia –, appassionanti, capaci di dipingere un affresco corale. Questa produzione – in termine tecnico, prequel – è un’ottima operazione di marketing, che raccogliendo uno share ben superiore al 20% non ha tradito la fiducia dei suoi affezionati e al tempo stesso ha cercato di non essere la fotocopia né sbiadita né calcata di una vicenda che vuole mantenere una certa autonomia dal fortunato e inimitabile prototipo. Imprese del genere difficilmente riescono, ma anche stavolta Montalbano, da adulto come da giovane, le azzecca tutte.