Tre libri musicali per un’estate “di valore”
“Dalla vacanza dei grandi valori è nato il valore della vacanza”: ancora negli anni ’60 Edgar Morin indicava una deriva della cultura occidentale allora appena accennata...
“Dalla vacanza dei grandi valori è nato il valore della vacanza”: ancora negli anni ’60 Edgar Morin indicava una deriva della cultura occidentale allora appena accennata, vale a dire la trasmutazione degli ideali di vita attiva o contemplativa fervida di intensità spirituale verso un culto del disimpegno, della superficialità, dell’intrattenimento fine a se stesso, che esplicita un vuoto di senso che, subdolamente, la massificazione della società portava pian piano nel cuore della civiltà. La premessa vagamente apocalittica serve per dire che la bella stagione che va a iniziare porta senz’altro riposo e svago, ma per chi interpreta la propria vita come incessante coltivazione di sé è occasione perfetta per evitare quanto Morin paventava: valore della vacanza dunque non in quanto galleggiamento nel nulla, ma come spazio per trovare se stessi nella conoscenza e nel sapere. Per chi ami la musica, a Verona non mancano certo le occasioni, e ne daremo conto su queste pagine seguendo gli spettacoli areniani, quest’anno numerosi come non mai. Per chi voglia andare ancora oltre, segnaliamo tre libri di argomento musicale particolarmente significativi, che possono essere letti dagli appassionati con il tempo e la concentrazione necessari.
Il primo volume è la monumentale biografia critica che Ferruccio Tammaro ha dedicato a Jean Sibelius, pubblicata da Libreria Musicale Italiana: si tratta della riedizione riveduta e ampliata di un lavoro che Tammaro aveva già edito una quarantina di anni fa e che oggi ritorna con tutti gli opportuni aggiustamenti che decenni di critica internazionale hanno apportato al ritratto di un compositore geniale ma difficilmente catalogabile: a cavallo tra ’800 e ’900, la musica di Sibelius è testimonianza di un’epica a tutto tondo che trova nel linguaggio ancora tradizionale della sinfonia o del poema sinfonico, della musica da camera o di quella pianistica, una personalissima sintesi tra patrimonio folklorico ed espressionismo moderato, dall’attitudine drammatica, dal lacerante pathos d’una spazializzazione sonora che evoca le luci dei mari freddi, la natura possente e misteriosa, le lontananze verso l’orizzonte che da fisico può divenire trascendente.
Cambiando totalmente generi e luoghi, il Donizetti di Luca Zoppelli, edito dal Saggiatore, può considerarsi la sintesi storico-critica di alta divulgazione ideale per accostarsi al genio bergamasco. Tra i maggiori studiosi di drammaturgia musicale d’Europa, Zoppelli provvede non solo a illustrare le peculiarità dello stile donizettiano, ma le inserisce in un più ampio quadro di storia culturale, non mancando inoltre di focalizzare l’attenzione analitica sulla poesia dei libretti: un tema, quest’ultimo, che sempre di più negli ultimi anni costituisce fertile terreno di ricerca sia per gli italianisti che per i musicologi.
Per chi preferisca infine un approccio filosofico, ecco che in Come suono di natura, edito da Galaad Edizioni, l’estetologo Carlo Serra provvede a una densa disamina del tema della Natura nella Prima sinfonia di Gustav Mahler, mostrando tra l’altro come la tensione del compositore all’evocazione dello spazio sia un vettore espressivo di tensione verso la trascendenza, verso un Altro Mondo che ci attende oltre il tempo e l’infelicità ineludibile della vita mondana. Musica come metafisica, dunque, come spiritualità assoluta, di essa correlato oggettivo e sintesi suprema: una prospettiva necessaria, onde non cadere d’estate nella distruttiva “vacanza alla Morin” di cui sopra...
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