Tra narrativa, storia e politica in un bel paese della Calabria
Carmine Abate
Un paese felice
Mondadori – Segrate (MI) 2023
pag. 264 - Euro 18,50
l nuovo libro di Carmine Abate ci porta, come i precedenti lavori, in Calabria, al seguito di Lorenzo e Maria, due giovani innamorati, che trascorrono le loro estati nel paese di Eranova, dall’origine quasi mitologica e dal futuro quantomai incerto. A causa dei moti di Reggio Calabria del 1970, infatti, il Governo allora guidato da Colombo decise di “risarcire” la provincia reggina (defraudata del ruolo di capoluogo regionale a favore di Catanzaro) con una serie di interventi che avrebbero portato migliaia di posti di lavoro. Uno di questi interessava la zona di Gioia Tauro, nelle cui vicinanze sorgeva proprio Eranova, che secondo il progetto avrebbe dovuto essere raso al suolo, insieme a migliaia di alberi e frutteti, per costruire il quinto polo siderurgico italiano. I ragazzi, insieme ai parenti, vicini e altri abitanti del paese, si oppongono con tutti i mezzi a loro disposizione a questa folle decisione, che avrebbe spazzato via uno dei luoghi più belli dell’intera regione.
Una storia vera, dunque, che fa da sfondo a quella inventata da Abate e che riguarda i due studenti, che nelle loro proteste arrivano a coinvolgere anche Pier Paolo Pasolini e alcuni personaggi politici dell’epoca, in particolare i ministri Andreotti e Donat-Cattin.
Il libro ha come nume tutelare Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, la cui vicenda si svolge a Macondo e le cui sorti letterarie non a caso sono simili a quelle di Eranova. Ma dove nel libro del grande scrittore sudamericano intervengono fantasia e magia, qui, purtroppo, intervengono la cecità e il malaffare tipici della politica di casa nostra.
Abate, scrittore italiano di etnia arbëreshe che parla correntemente la lingua dei suoi avi albanesi, con questo romanzo ci conduce all’interno di una situazione politicamente ed economicamente complessa con lo sguardo giornalistico di chi, riportando fedelmente le vicende e le parole pronunciate dai protagonisti dell’epoca, vuole contestualizzare fedelmente la storia nella quale si muovono i suoi personaggi. Un lavoro importante, che permette di conoscere da vicino una storia ai più sconosciuta e che qui viene rivelata in tutta la sua bellezza, da una parte, e cieca inconsistenza dall’altra, specchio di un’Italia che spesso non sa conservare le sue bellezze a causa di una classe politica poco lungimirante e attenta ad accontentare i soliti centri di potere.
Un libro di denuncia, quindi, che merita di essere letto sia per l’interessante plot narrativo sia per lo stile utilizzato, con un linguaggio semplice e diretto, ma allo stesso tempo arioso e in grado di coinvolgere, invitando il lettore alla riflessione.
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