Il ministero del catechista
Sono convinto che tutti i cattolici adulti, anche chi non frequenta più la chiesa, ricorderà almeno uno dei suoi catechisti: ovvero quelle persone, principalmente donne – religiose o laiche – di età diverse, che nel corso di un appuntamento settimanale nei locali della parrocchia, all’oratorio e talvolta in chiesa, si dedicavano con tanta buona volontà (e non senza qualche fatica) all’istruzione religiosa di bambini e ragazzi.
Sono convinto che tutti i cattolici adulti, anche chi non frequenta più la chiesa, ricorderà almeno uno dei suoi catechisti: ovvero quelle persone, principalmente donne – religiose o laiche – di età diverse, che nel corso di un appuntamento settimanale nei locali della parrocchia, all’oratorio e talvolta in chiesa, si dedicavano con tanta buona volontà (e non senza qualche fatica) all’istruzione religiosa di bambini e ragazzi. Certamente forme e modalità col passare del tempo e delle sensibilità sono mutate, ma molte di quelle cose insegnate e imparate anche decine di anni fa, le ricordiamo ancora. Davvero ammirevole è stato l’impegno messo in campo da catechisti e catechiste (oltre tremila quelli che operano nella nostra diocesi) per mantenere i legami con i bambini e ragazzi loro affidati anche durante questo tempo di pandemia, sfruttando al meglio le nuove tecnologie per il lungo periodo durante il quale non è stato possibile l’incontro di catechismo in presenza.
Ma penso anche al ruolo fondamentale che hanno i catechisti nelle diverse comunità dei territori di missione, dove i sacerdoti riescono ad essere presenti soltanto poche volte nel corso dell’anno, e la formazione cristiana e la vita comunitaria sono affidate a figure laicali.
Proprio riconoscendo il valore di questa “missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede”, martedì scorso papa Francesco con il motu proprio Antiquum ministerium ha istituito il ministero di catechista. Previo il necessario discernimento del vescovo, potranno essere istituiti per questo “servizio stabile reso alla Chiesa locale”, laici di ambo i sessi “di profonda fede e maturità umana, che abbiano un’attiva partecipazione alla vita della comunità cristiana, che siano capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna”, vengano adeguatamente formati, “abbiano già maturato una previa esperienza di catechesi” e siano “animati da vero entusiasmo apostolico”.
Questa decisione del Papa si colloca nella linea di una sempre più ampia promozione e valorizzazione dei ministeri laicali nella Chiesa che nel gennaio scorso, con il motu proprio Spiritus Domini, aveva aperto anche alle donne la possibilità di venire istituite lettrici e accolite.
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