Consegnata la reliquia di san Giovanni Calabria
di SILVIA ALLEGRI
La teca contiene il sangue del Santo prete veronese
di SILVIA ALLEGRI
«I due santi della carità, san Martino di Tours e san Giovanni Calabria, si ricongiungono: questo è un giorno da ricordare». Sono ricolme di emozione le parole pronunciate da don Luca Masin, parroco di Negrar, quando è stata celebrata, con la presidenza del vescovo Domenico Pompili, la Messa per la festa del patrono del paese, san Martino. Una ricorrenza importante, che ha visto esaudirsi anche un profondo desiderio del parroco e dei fedeli. Proprio durante la celebrazione, infatti, il superiore generale dell’Opera Don Calabria, il casante dei Poveri Servi della Divina Provvidenza don Massimiliano Parrella, ha fatto dono alla parrocchia di una reliquia con il sangue di san Giovanni. «L’idea è nata l’anno scorso, quando sono arrivate a Negrar le reliquie di don Calabria per il 150° anniversario della sua nascita, l’8 ottobre 1873. In quell’occasione il sangue del Santo e alcuni oggetti simbolo della sua vita e della sua spiritualità sono stati esposti due giorni nella Cittadella della Carità, dopo essere approdati in 13 paesi di cinque continenti ed essere stati venerati da decine di migliaia di persone. A quel punto ho azzardato questa richiesta al casante, ed essa è stata accolta, con nostra grande gioia. La presenza della reliquia di don Calabria va così a rinforzare la relazione affettiva della popolazione con il Santo, già molto sentita».
La celebrazione, che ha visto partecipare anche numerosi sacerdoti legati a Negrar, nativi del paese o che hanno svolto il loro servizio sul territorio, ma anche tanti giovani chierichetti, il coro, gli amministratori e le forze dell’ordine, è andata a chiudere una festa durata ben quattro giorni. «Le associazioni attive in paese, ma anche i gruppi di catechesi, i ragazzi, gli anziani hanno unito le forze per dare vita a una serie di iniziative: dallo spettacolo degli adolescenti, venerdì sera, ai due concerti in chiesa, sabato, alla festa del ringraziamento organizzata dai Coltivatori diretti. Non si vedeva da anni un simile coinvolgimento, da prima della pandemia. Questa partecipazione testimonia quanto sia forte, oggi, il desiderio di incontrarsi e di riscoprire la bellezza di stare insieme». Come ha sottolineato il Vescovo, san Martino e san Calabria invitano non solo all’ascolto della parola di Dio, ma anche all’azione, che si concretizza nell’aiuto ai poveri e ai malati. Un’azione ben rappresentata dal reliquiario a forma di faro, l’immagine con la quale Giovanni Calabria esortava l’Opera: come un faro, la fede ha il compito di illuminare, orientare e soprattutto proteggere i più deboli. Proprio come il mantello di san Martino.
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