Condiscepoli di Agostino
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Credi per capire

Agostino non temeva di sospingere i suoi ascoltatori verso le vette della teologia, convinto che sulla teologia, quella autentica, autenticata dal Magistero della Chiesa, ne consegue la vita morale...

Parole chiave: Aforismi di Agostino (2), Mons. Giuseppe Zenti (330)
Credi per capire

Agostino non temeva di sospingere i suoi ascoltatori verso le vette della teologia, convinto che sulla teologia, quella autentica, autenticata dal Magistero della Chiesa, ne consegue la vita morale.

Esemplifichiamo attraverso il Trattato 29 sul Vangelo di Giovanni. Sta commentando un passo alquanto problematico: “La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato”. Di fronte a questi testi assai complessi, solitamente si preferisce soprassedere. Agostino non soprassiede. È un evangelizzatore che ha fiducia nelle capacità di comprensione dei suoi fedeli, non appena si lasciano illuminare dallo Spirito.

Se il Figlio è uguale al Padre, si chiede Agostino, come è possibile che riceva la dottrina, cioè l’insegnamento da impartire, dal Padre? Ecco la sua risposta: “Benché, infatti, diciamo e crediamo il Figlio uguale al Padre, e non vi sia nessuna differenza di natura e di sostanza, tuttavia, ciò conservato e custodito, questo diciamo: che Lui è il Padre ed Egli è il Figlio. Il Padre non è se non ha il Figlio; e il Figlio non è se non ha il Padre, tuttavia il Figlio è Dio dal Padre, mentre il Padre è Dio, ma non dal Figlio”. Agostino si rende conto dell’arditezza del discorso. Pertanto rende grazie a Dio per quanti tra gli ascoltatori sono riusciti a capire. Ma non si illude. È consapevole del fatto che almeno una parte non ha compreso. Di qui il suo aforisma: “Se non hai capito, credi!”. E, come ha fatto in tante altre circostanze, chiarisce il suo pensiero, ricordando che la fede è fede, e non è il frutto di un ragionamento: “Non cercare di capire per credere, ma credi per capire” (“Noli quaerere intellegere ut credas, sed crede ut intellegas”).

Una volta accolto il mistero di Dio, amando Dio, un po’ alla volta si riesce a capirne il senso anche sotto il profilo intellettivo. Ciò che avviene, del resto, anche nel credere ad un genitore: se un figlio si fida del papà e della mamma, in seguito capirà il contenuto di quell’atto di fiducia. Nel caso presente, il cristiano capirà che il Figlio è la Parola del Padre, e in quanto Parola proviene dal Padre, di cui è il Rivelatore.

Giuseppe Zenti
Vescovo emerito di Verona

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