Condiscepoli di Agostino
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Le sfide al progetto di Dio sulla famiglia

La prima sfida al progetto di Dio sulla famiglia è data dal tentativo culturale di metterlo in scacco matto. Tant’è vero «che viviamo in una cultura che spinge i giovani a non formarsi un famiglia» (AL 40), dissuadendoli dal farsi una famiglia (cf ivi) e rimandando al domani la decisione delle nozze «per problemi di tipo economico, lavorativo o di studio» (ivi), rendendoli succubi delle ideologie e della cultura del momento che pensa alla convivenza come sufficiente soluzione degli aspetti affettivi, emotivi, senza perdere il fascino della libertà e dell’autonomia, ritenendo invece il matrimonio come qualche cosa di istituzionale e burocratico (cf ivi).

Parole chiave: Amoris Laetitia (21), Vescovo di Verona (247), mons. Giuseppe Zenti (330), Famiglia (55)

La prima sfida al progetto di Dio sulla famiglia è data dal tentativo culturale di metterlo in scacco matto. Tant’è vero «che viviamo in una cultura che spinge i giovani a non formarsi un famiglia» (AL 40), dissuadendoli dal farsi una famiglia (cf ivi) e rimandando al domani la decisione delle nozze «per problemi di tipo economico, lavorativo o di studio» (ivi), rendendoli succubi delle ideologie e della cultura del momento che pensa alla convivenza come sufficiente soluzione degli aspetti affettivi, emotivi, senza perdere il fascino della libertà e dell’autonomia, ritenendo invece il matrimonio come qualche cosa di istituzionale e burocratico (cf ivi).
Analizzando più in profondità le radici del fenomeno, i padri sinodali hanno rilevato marcate «tendenze culturali che sembrano imporre un’affettività senza limiti, un’affettività narcisistica, […] una certa diffusione della pornografia e della commercializzazione del corpo favorita anche da un uso distorto di internet» (AL 41). Incombe il pericolo di restare «negli stadi primari della vita emozionale e sessuale» (ivi). Le stesse crisi coniugali si affrontano in modo troppo sbrigativo e si passa «a nuove relazioni, creando situazioni familiari complesse e problematiche per la scelta cristiana» (ivi).
Altra causa è data dalla mentalità antinatalista (cf AL 42; in AL 48 il Papa parla degli eventuali figli come un peso e, per altro verso, in AL 54 parla dell’utero in affitto), dallo sviluppo delle biotecnologie, dalla cultura del consumismo, della facile contraccezione, della sterilizzazione e dell’aborto (cf ivi). Per altro verso il Papa rileva il fenomeno perverso dello sfruttamento sessuale dell’infanzia e dei bambini di strada (cf AL 45).
Aggiungiamo: ostacolano la tenuta della famiglia l’indebolimento della fede e della pratica religiosa (cf AL 43); la mancanza di dialogo in famiglia per stanchezza dei genitori e per dipendenza da televisione e internet (cf AL 50). Motivo di sofferenza e di indebolimento dentro le famiglie sono la tossicodipendenza, l’alcolismo, il gioco d’azzardo; lo sfascio dei rapporti dei genitori, e persino tensioni fino all’aggressività, ma anche la mancanza di regole che lasciano i figli disorientati (cf AL 51). Merita attenzione il numero 52 nel quale Papa Francesco rileva la connessione tra mancanza di senso della famiglia e la fragilità sociale, perché «solo l’unione esclusiva e indissolubile tra un uomo e una donna svolge una funzione sociale piena» (AL 52) e aggiunge subito, a scanso di equivoci: «Le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso […] non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio. Nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita ci assicura il futuro della società» (AL 52). Eppure molte legislazioni facilitano le convivenze e ritengono forme antiquate quelle delle famiglie tradizionali, decostruendo di fatto la famiglia come istituzione. Infine, l’Esortazione focalizza l’ideologia del gender come sfida radicale al senso della famiglia secondo il progetto di Dio, in quanto «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono una identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica tra maschio e femmina. […] è inquietante che cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. […] La vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili […]. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore» (AL 56: da rileggere per esteso, nella sua chiarezza inequivocabile e incontestabile).

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