La tunica di Cristo icona dell’unità della Chiesa

Agostino ha cercato di convincere i fedeli che solo il genere di vita improntato a carità mostra quanto siamo parte dell’unità della Chiesa diffusa su tutta la terra, cioè la Chiesa dei chicchi di grano sparsi su tutta la terra. In altri termini, a suo dire, solo una vita nuova è un canto nuovo. Commentando infatti il salmo 149 “Cantate al Signore un canto nuovo”, precisa: “Questo è il canto della carità. Chiunque si separa dalla comunione dei santi, non canta il canto nuovo. Infatti ha seguito la vecchia animosità, non la nuova carità. Che cosa si trova nella nuova carità? La pace, il vincolo della società santa, la compagine spirituale, l’edificio formato di pietre vive. Dove si trova questa? Non in un solo luogo, ma in tutto l’universo. L’abbiamo già detto, fratelli: tutta la terra canta il canto nuovo. Chi non canta con tutta la terra il canto nuovo, dica quel che vuole, faccia risuonare con la lingua l’Alleluia, lo dica tutto il giorno e tutta la notte. I miei orecchi non si piegano verso la voce di chi canta, ma vado in cerca del suo modo di comportarsi. Infatti lo interrogo e gli chiedo: che cosa stai cantando? Mi risponde: l’Alleluia. Che cosa significa Alleluia? Lodate il Signore. Vieni, lodiamo insieme il Signore. Se tu lodi il Signore, anch’io lo lodo. La carità loda il Signore, la discordia lo bestemmia”.
La voce della Chiesa è la personificazione dell’unità, poiché è la voce del Corpo mistico che risuonerà fino alla fine dei secoli: “Quando venne Gesù Cristo è sorta la messe della Chiesa. Fino alla fine dei secoli ci sarà qui sulla terra la Chiesa. Fino a quando ci saranno i cristiani? Tu che aspetti, o misero infedele, che passino i cristiani, tu senza i cristiani passi e i cristiani resteranno fino alla fine dei secoli”.
La Chiesa di Cristo, suo unico gregge, copre le tre dimensioni del tempo: il passato, il presente e il futuro. E si prepara nel tempo ad essere l’unica massa di grano ventilato: “Tutti i fedeli sono la casa di Dio, non solo quelli che vivono attualmente, ma anche quelli che furono prima di noi e che già si sono addormentati nella morte; e quelli che saranno dopo di noi, che hanno ancora da nascere alla realtà umana, fino alla fine dei secoli; gli innumerevoli fedeli radunati in un unico gregge, ma noti al Signore che li conta ad uno ad uno. Grani che ora gemono tra la paglia, ma che si preparano a diventare un’unica massa, quando alla fine l’aia sarà ventilata”.
Agostino, preoccupato, oltre che appassionato, dell’unità della Chiesa, chiarisce che solo a Cristo, che ne è il capo e lo Sposo, compete dichiarare qual è la sua Chiesa, che ne è il Corpo e la Sposa. Nella tunica di Cristo, tessuta tutta d’un pezzo, è simboleggiata l’unità e la carità: “Siate la Sposa e aspettate senza timore lo Sposo. La Sposa è la Chiesa. Tu Signore, dillo tu; dichiara tu quale Chiesa hai redento, mostraci quale hai amato. Siamo stati invitati alle tue nozze: ricerchiamo con passione il coagulo dell’unità”. A questo punto Agostino mette in risalto il senso simbolico della tunica di Cristo: “Non volle che fosse divisa la tunica tessuta d’un pezzo da cima a fondo: fu tirata a sorte. In quella veste fu raccomandata l’unità; in quella veste fu proclamata la carità; è proprio essa, tessuta dall’alto. La cupidigia viene dalla terra; la carità dall’alto. Questa carità non è tenuta se non nell’unità della Chiesa. Non l’hanno i fautori di divisione. Perciò se ne allontanano come dalla loro fonte, perché non hanno il coagulo della carità. Il Signore glorificato nella risurrezione raccomanda la Chiesa; glorificato nell’ascensione, raccomanda la Chiesa; inviando dal cielo lo Spirito Santo, raccomanda la Chiesa”.