La carità è l’anima dell’unità della Chiesa

Agostino, mentre combatte ogni forma di divisione, esalta e favorisce in tutti i modi l’unità nella verità animata dalla carità o, per dirla con altra scansione: l’unità della verità nella carità. Grazie alla carità, tutto ciò che appartiene all’unità appartiene a tutti, per intero. Chi diserta l’unità viola la carità e nulla gli giova.
La carità però richiede tolleranza nel tempo presente: “Il Regno di Dio è ugualmente posseduto da tutti e dai singoli interamente. Non viene diminuito con il crescere del numero di chi lo possiede, perché non viene diviso. Per ognuno è intero ciò chi è poseduto concordemente da tutti. Tuttavia nel simbolismo di questa lezione siamo venuti a sapere ciò che in altri passi della Sacra Scrittura risuona con molta chiarezza, che cioè nella Chiesa ci sono buoni e cattivi, che spesso abbiamo chiamato frumento e paglia. Nessuno abbandoni l’aia prima del tempo. Tolleri la paglia nella trebbiatura, la tolleri sull’aia. Crescete in tutto il mondo per divenire messe. Tollerate in tutto il mondo la zizzania fino alla messe”.
È necessario rimanere nella radice dell’unità e nella piantagione della carità per evitare gli scandali da parte dei pagani che rimangono sgomenti di fronte alle discordie tra cristiani: “Veramente, fratelli, la Chiesa si è eretta a tanto fastigio, che tutti coloro che ne parlano male ne rimangono già confusi, e non osano più sparlarne. Questo soltanto è rimasto da dire contro di noi: «Perché non andate d’accordo tra di voi?». Quelli che sono rimasti pagani, non avendo di che dire contro il nome di Cristo, rinfacciano ai cristiani il dissenso fra i cristiani. Perciò tutti coloro che fossero passati dall’eresia alla Chiesa cattolica, non avranno sulla coscienza questo insulto dei pagani”.
Di fronte allo scandalo della divisione, ad Agostino, impegnato come nessun altro sul fronte dell’unità della Chiesa, non resta che una perorazione: “Fratelli, non mi sazio di parlarvi della carità nel nome di Cristo. Quanto più anche voi siete avari di questo bene, tanto più speriamo che esso cresca in voi e scacci il timore, affinché rimanga quel timore casto che dura per sempre. Sopportiamo il mondo, le tribolazioni, gli scandali delle tentazioni. Non vogliamo retrocedere dalla via. Teniamo saldamente l’unità della Chiesa, Cristo, la carità. Facciamo in modo da non essere strappati dalle membra della sua Sposa, né dalla fede, per gloriarci alla sua presenza. E rimarremo sicuri in lui, ora nella fede, allora nella visione, di cui abbiamo sì gran caparra nel dono dello Spirito Santo”.
L’unità della Chiesa viene affidata agli Apostoli, affinché sia impedito che essa venga corrotta da un amore licenzioso: ciò che si verifica quando al posto di Cristo viene amato e seguito qualche uomo: “Lo stesso Signore affida l’unità della Chiesa agli Apostoli. Dove cerchi Cristo? Nelle favole degli uomini o nella verità dei Vangeli? Patì, risuscitò il terzo giorno, è apparso ai suoi discepoli. Ora Lui lo abbiamo. Dove cerchiamo la Chiesa? Dillo, o Signore, dillo tu, Signore. La Chiesa è cresciuta, non ha emigrato. È questa che ha affidato subito dopo la sua risurrezione. Sul punto di partire, lo Sposo ha affidato la sua Sposa ai suoi amici (gli Apostoli). Viene affidata dal Signore appena risorto, viene affidata da Cristo mentre ascende al cielo; viene confermata oggi dalla discesa dello Spirito Santo”.