L’invisibile dell’Eucaristia visto dagli occhi della fede ecclesiale
Se l’occhio fisico ci fa vedere nella immediatezza in quella realtà che noi chiamiamo Eucaristia pane e vino, l’occhio della fede ecclesiale si spinge molto oltre e ci fa entrare in contatto con la realtà, invisibile, del vero contenuto dell’Eucaristia in quanto celebrazione liturgica per eccellenza.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ce ne presenta tre dimensioni. Anzitutto l’Eucaristia “come azione di grazie e lode al Padre” (CCC 1359-1361). Già il termine “Eucaristia” sta ad indicare il rendimento di grazie al Padre per l’opera della creazione e per l’opera della redenzione-santificazione. Dunque, in sintesi “è un sacrificio di lode in rendimento di grazie” al Padre.
Se l’occhio fisico ci fa vedere nella immediatezza in quella realtà che noi chiamiamo Eucaristia pane e vino, l’occhio della fede ecclesiale si spinge molto oltre e ci fa entrare in contatto con la realtà, invisibile, del vero contenuto dell’Eucaristia in quanto celebrazione liturgica per eccellenza.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ce ne presenta tre dimensioni. Anzitutto l’Eucaristia “come azione di grazie e lode al Padre” (CCC 1359-1361). Già il termine “Eucaristia” sta ad indicare il rendimento di grazie al Padre per l’opera della creazione e per l’opera della redenzione-santificazione. Dunque, in sintesi “è un sacrificio di lode in rendimento di grazie” al Padre.
Ma è anche “il memoriale del sacrificio di Cristo e del suo Corpo, la Chiesa”, cioè “l’attualizzazione dell’offerta sacramentale del suo unico sacrificio, nella liturgia della Chiesa che è il suo Corpo” (CCC 1362). Per memoriale non si intende un puro ricordo del passato, ma “la proclamazione delle meraviglie che Dio ha compiuto per gli uomini” (CCC 1363), rese “presenti e attuali” nei loro contenuti salvifici attraverso l’azione liturgica. Nell’essere memoriale l’Eucaristia è anche sacrificio: “Corpo dato ... Sangue versato”: nell’Eucaristia Cristo dona lo stesso corpo che ha consegnato per noi sulla croce, lo stesso sangue che egli ha ‘versato per molti, in remissione dei peccati’ (cfr CCC 1365).
La celebrazione dell’Eucaristia “è un sacrificio perché ripresenta (rende presente) il sacrificio della croce, perché ne è il memoriale e perché ne applica il frutto” (CCC 1366). Di fatto “il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell’Eucaristia sono un unico sacrificio” (CCC 1367).
Il Catechismo si premura di conseguenza di evidenziare il fatto che “l’Eucaristia è anche il sacrificio della Chiesa … Con Lui, essa stessa viene offerta tutta intera” (CCC 1368). Di conseguenza, “tutta la Chiesa è unita all’offerta e all’intercessione di Cristo… il Papa è unito a ogni celebrazione dell’Eucaristia nella quale viene nominato come segno e servo dell’unità della Chiesa universale. Il vescovo dl luogo è sempre responsabile dell’eucaristia... Si ritenga valida solo quell’Eucaristia che viene celebrata dal vescovo o da chi è stato da lui autorizzato” (CCC 1369).
Il terzo aspetto da considerare nell’Eucaristia con gli occhi della fede ecclesiale è “la presenza di Cristo operata dalla potenza della sua Parola e dello Spirito Santo” (cfr CCC 1373-1381). È pur vero che Cristo è presente in molti modi, ma “soprattutto è presente sotto le specie eucaristiche” (CCC 1373), nelle quali “è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità e, quindi il Cristo tutto intero” (CCC 1374). Il tutto avviene grazie alla potenza della Parola e all’azione trasformante dello Spirito (cfr CCC 1375). Questa trasformazione del pane e del vino nell’Eucaristia viene definita “transustanziazione” (CCC 1376).
Se l’Eucaristia è tutto ciò, si comprende il valore del culto dell’Eucaristia, conservata nel tabernacolo ed esposta per l’adorazione (cfr 1378-1381).