Andate, ammaestrate, battezzate!
“Tutte le prefigurazioni dell’Antica Alleanza trovano la loro realizzazione in Gesù Cristo. Egli dà inizio alla sua vita pubblica dopo essersi fatto battezzare da san Giovanni Battista nel Giordano e, dopo la sua Risurrezione, affida agli Apostoli questa missione: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28, 19-20)” (CCC 1223).
“Tutte le prefigurazioni dell’Antica Alleanza trovano la loro realizzazione in Gesù Cristo. Egli dà inizio alla sua vita pubblica dopo essersi fatto battezzare da san Giovanni Battista nel Giordano e, dopo la sua Risurrezione, affida agli Apostoli questa missione: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28, 19-20)” (CCC 1223).
Si sa che attraverso il gesto del battesimo nel Giordano Gesù ha manifestato il senso della sua missione salvifica, indicata dallo stesso Giovanni Battista: «Lui è l’Agnello di Dio che porta su di sé e toglie il peccato del mondo». In quella circostanza, Gesù viene proclamato Salvatore unico dell’umanità, in qualità di Figlio amato del Padre, e in quanto riempito nella sua umanità del dono dello Spirito Santo, preludio della nuova creazione (cf CCC 1224). È noto però che la pienezza della salvezza è stata realizzata da Gesù Cristo nel Mistero Pasquale (cf CCC 1225). Di conseguenza, il Battesimo come Sacramento, cioè come segno efficace che inserisce nel credente battezzato la vita trinitaria di amore, nasce dall’intero Mistero Pasquale, di cui comunica le virtù, cioè le risorse spirituali in forma sovrabbondante appunto fin dal Battesimo.
All’indomani della Pentecoste, Pietro dirà fin dal suo primo discorso: «Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei peccati» (At 2, 38). E Paolo al carceriere: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia. […] Subito si fece battezzare con tutti i suoi» (At 16, 31-33). Proprio Paolo ci dà una teologia completa del Battesimo in testi memorabili, nei quali evidenzia la partecipazione alla morte, alla sepoltura, alla risurrezione e alla ascensione al cielo di Gesù appunto grazie al Sacramento del Battesimo. E lo fa mettendo il cristiano insieme a Cristo, partecipe dunque dei suoi misteri di salvezza. Un testo per tutti: “Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6, 3-4; cf anche Gal 3, 27; Col 2, 12; 1 Cor 6, 11; 12, 13; Ef 5, 26; anche 1 Pt 1, 23).
I Padri della Chiesa poi hanno trasmesso a noi una dottrina compiuta del Mistero del Battesimo, soprattutto attraverso le loro catechesi mistagogiche, le catechesi cioè che commentavano ai neofiti, i nuovi battezzati, ciò che si era compiuto in loro in forza del Sacramento del Battesimo. Per dirla in altri termini, la mistagogia era l’arte di reintrodurre i battezzati dentro il mistero che si era compiuto in loro per illuminarne il senso spirituale ed esistenziale. Uno fra tutti, Sant’Agostino, citato dal Catechismo della Chiesa Cattolica: “Sant’Agostino dirà del Battesimo: «Accedit verbum ad elementum, et fit Sacramentum – Si unisce la parola all’elemento (nel caso del Battesimo è l’acqua) e nasce il Sacramento»” (CCC 1228). Come a dire che la vita trinitaria invisibile, con tutte le risorse del Mistero Pasquale, viene comunicata attraverso il segno visibile dell’acqua e, inscindibilmente, della Parola, che ne esplicita in senso, cioè il significato e il valore.
† mons. Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona