Proposte per il tempo di Quaresima 2020
“Il tempo della Quaresima dell’anno A diventa il centro del percorso battesimale che vogliamo proporre. In particolare per lo slogan prendiamo a prestito le parole di Marta nel testo della risurrezione di Lazzaro: “Io credo che tu sei il Cristo” (Gv 11,27).
“Io credo che tu sei il Cristo”
“Il tempo della Quaresima dell’anno A diventa il centro del percorso battesimale che vogliamo proporre. In particolare per lo slogan prendiamo a prestito le parole di Marta nel testo della risurrezione di Lazzaro: “Io credo che tu sei il Cristo” (Gv 11,27).
Il segno sarà l’immagine del Crocifisso di San Damiano con accanto alcune bende posate che ricordano la risurrezione ” (Orizzonte Pastorale, Io sono la vite voi i tralci, p. 48).
Il sussidio viene presentato in formato WORD per permetterne l’adattamento per l’uso in parrocchia.
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Quaresima e Pasqua 2020
“Io credo che tu sei il Cristo”
(Gv 11,27)
«O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...»
La colletta della I domenica di Quaresima ci induce a considerare la realtà profondamente “sacramentale” di questo tempo liturgico. I quaranta giorni che la costituiscono si presentano di fatto come un percorso di iniziazione sacramentale. Questo non solo perché, a Pasqua, oggi come nell’antichità, si porta a compimento il percorso di iniziazione cristiana dei catecumeni, ma anche perché tutti i credenti, mediante la penitenza, vengono coinvolti integralmente in questo itinerario battesimale. In virtù di questa disposizione la Chiesa celebra la Quaresima come tempo dal duplice carattere penitenziale e battesimale (SC 109).
La possibilità di essere innestati in Cristo mediante il battesimo orienta in modo nuovo il cammino dell’umanità credente. Per i catecumeni si compie l’ultima fase che precede l’iniziazione sacramentale, mentre per coloro che già sono rinati in Cristo si apre la possibilità della gratitudine per il dono ricevuto (cf. Paschalis Sollemnitatis 6). Questo atteggiamento di gratitudine si accompagna con la consapevolezza di essere sempre in cammino e porta con sé l’esigenza della conversione. Il tempo di Quaresima rappresenta un’opportunità di conversione per scoprire la nuova possibilità di vita che è data in Cristo Gesù.
Tutta la nostra esistenza è chiamata riceve un nuovo orientamento dal mistero della morte e risurrezione di Cristo. Vivere la conversione significa prendere sul serio questa opportunità e lasciare che i nostri ordinari criteri di scelta vengano purificati alla luce del Vangelo. Come ci presenta la liturgia del mercoledì delle ceneri la preghiera, il digiuno e la carità diventano i parametri su cui impostare la vita da battezzati. Il sacramento ricevuto, che apre la porta della fede, chiede a tutti i fedeli attraverso l’ascolto più frequente della Parola di Dio e una più intensa orazione di essere preparati «con la Penitenza a rinnovare le Promesse del Battesimo».
Questo cammino personale ha il suo vertice nella Veglia Pasquale quando i catecumeni ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana e quando i fedeli, rinnovate le promesse battesimali vengono aspersi con l’acqua benedetta.
Attraverso la penitenza quaresimale siamo condotti a proclamare, nella professione di fede, l’identità di Cristo e a gustare in Lui una nuova appartenenza alla comunità dei credenti. «Per mezzo del Battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale di Cristo, siamo stati sepolti con lui nella morte per risorgere con lui a vita nuova».
Per la diocesi di San Zeno questo cammino è ben sintetizzato dall’espressione del Vangelo di Giovanni (11,27): “Io credo che tu sei il Cristo”. La frase pronunciata da Marta nel dialogo con Gesù in occasione della morte del fratello Lazzaro raccoglie lo slancio di fede questa donna e allo stesso tempo getta una luce sul fatto che Gesù è l’inviato del Padre. Nel momento della risuscitazione di Lazzaro questa affermazione sprigiona la sua forza deflagrante diventando constatazione della gloria di Dio che riposa in Gesù come sovrabbondanza di vita.
Il segno proposto nella diocesi di San Zeno sarà di porre vicino all’altare (o in altro luogo adatto) il crocifisso di San Damiano proprio perché raffigura il Cristo crocifisso e glorioso. Questa raffigurazione segue l’iconografia del “Christus Triumphans” ovvero del Cristo che trionfa sulla morte. Infatti Gesù è rappresentato contemporaneamente ferito e forte, Egli non è morto, è ritto in piedi, con gli occhi spalancati e il nimbo include già l'immagine della croce glorificata. Si propone un allestimento che preveda alcune bende posate accanto al crocifisso che ricordano il sepolcro vuoto.
Durante tutta la Quaresima vengono proposte alcune attenzioni rituali specifiche:
- In linea con l’ordinamento generale del Messale Romano, riguardo all’aula liturgica, si ricorda che non si orni l’altare con i fiori, né si suonino gli strumenti musicali quando essi non sostengono le voci in canto (cf Paschalis Sollemnitatis 17).
- In appendice viene proposto un canto di ingresso per le domeniche di Quaresima.
- Il tempo di Quaresima presenta attraverso il lezionario un percorso specifico al fedele. Nella predicazione è bene tenere conto di questa unità di impostazione. Si presti particolare attenzioneall’omelia e perché si possa condividere con maggiore abbondanza il tesoro della Parola di Dio, di seguito si pongono in evidenza alcune linee utili per la predicazione apartire dai riferimenti al rito del Battesimo:
I domenica:Il vangelo presenta le Tentazioni di Gesù. Si può mettere in luce l’espressione “Se tu sei il figlio di Dio” richiamando come l’essere Figlio è la nostra identità di battezzati. Il peccato, da cui si è invitati in questo tempo a prendere le distanze, consiste nel voler uscire dalla logica filiale. La tentazione infatti mette in dubbio che noi possiamo essere Figli quando in realtà nel battesimo questa identità ci è data come dono certo. Prima del battesimo nel rito siamo chiamati a rinunciare a tutto ciò che ci allontana da Dio
II domenica: Il brano della Trasfigurazione risveglia la pienezza di vita che abita il Cristo e che viene trasmessa a noi come bellezza. Il bello dell’essere Figli nel battesimo ci viene risvegliato dalle vesti bianchissime di Gesù e dalla frase: Questi è il Figlio mio l’amato in lui ho posto il mio compiacimento. Anche noi siamo rivestiti di Cristo attraverso la veste bianca che ci viene data nel battesimo come segno di vita nuova in Cristo.
III domenica: nel dialogo con la samaritana Gesù parla dell’acqua viva che zampilla per la vita eterna (cf I scrutinio RICA). In questa domenica si può richiamare il dono del battesimo come lavacro che dona la vita eterna. Si può anche far riferimento alle domande iniziali che aprono il rito (RICA) dove viene chiesto cosa domandi alla Chiesa di Dio? La fede. E la fede cosa ti dona? La vita eterna.
IV domenica: il cieco nato guarito nella sua cecità fisica è illuminato (cf II scrutinio RICA) dalla luce di Cristo e può dare risposta alla domanda tu credi nel figlio dell’uomo? Anche noi illuminati (fotismoi) esprimiamo nel momento del battesimo la nostra fede. In questa fede viviamo la nostra vita dove, come ricorda la seconda lettura, siamo invitati a comportarci come figli della luce.
V domenica: la risuscitazione di Lazzaro (cf III scrutinio RICA) ci presenta la pienezza di vita che abita in Cristo e che, nell’orizzonte biblico, è da sempre prerogativa di Dio. Gesù ridona la vita a Lazzaro chiamandolo per nome dalle tenebre del sepolcro. Nel battesimo anche noi veniamo chiamati per nome e per sempre attraverso l’invocazione trinitaria veniamo immersi nella vita di Dio. Il nostro nome è segno della storia di salvezza che Dio desidera compiere con noi.
Domenica delle Palme: “Davvero costui è il Figlio di Dio” proclama il centurione sotto la croce. Si aprono i suo occhi a riconoscerlo e la sua bocca a proclamare la signoria di Cristo. È proprio questo l’augurio che chiude il rito del Battesimo: Effatà, cioè: Apriti, perché tu possa professare la tua fede a lode e gloria di Dio.
Per indicazioni più approfondite riguardo ai testi biblici che accompagnano la liturgia in questo tempo si consulti il direttorio omiletico promulgato dalla congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
- Si suggerisce di vivere, l’atto penitenziale secondo la I formula proposta dal Messale. Dopo aver introdotto l’atto penitenziale invitando i fedeli al pentimento il sacerdote nel breve silenzio si porti davanti al crocifisso e si volga ad esso con tutta l’assemblea. Qui reciti con tutti fedeli la preghiera del “Confesso a Dio…” e prosegua con l’assoluzione. Termini con il canto delle invocazioni Signore Pietà, Cristo Pietà e Signore Pietà.
- Un’ulteriore attenzione per il tempo di Quaresima potrebbe essere riservata al canto dell’Agnello di Dio. In esso per tre volte si invoca la presenza di Cristo che toglie i peccati del mondo perché possa avere pietà di noi e possa donarci la sua pace. La pace come ci ricordano i Vangeli del tempo Pasquale è sempre dono del risorto.
La peculiarità del tempo di Pasqua potrebbe essere valorizzata con alcune attenzioni:
- Per il tempo di Pasqua in vista della centralità della esperienza battesimale si invitano le parrocchie a sostituire l’atto penitenziale con il rito per l’aspersione domenicale dell’acqua benedetta. Particolarmente significativi in questo ambito sono i testi del secondo formulario previsto per questo rito. Si accompagni il rito con il canto “J’ai vu l’eau vive” di J-P. Lécot proposto in appendice con testo in lingua italiana.
- A memoria del fatto che siamo divenuti nuove creature in Cristo attraverso il battesimo, chiamati ad annunciare il Vangelo come i discepoli che hanno il contrato il risorto, si propone di utilizzare durante la cinquantina pasquale la professione di fede con il simbolo detto “degli Apostoli”.
Ufficio per la pastorale liturgica e la musica sacra
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