Vent’anni di vita di coppia senza spessore psicologico
Supereroi
(Italia, 2021)
Regia: Paolo Genovese
Con: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Greta Scarano
Durata: 113 minuti
Valutazione Cnvf:Consigliabile/problematico/dibattiti
Dopo alcuni titoli di successo, tra cui Perfetti sconosciuti o The Place solo per citarne alcuni, Paolo Genovese offre al pubblico la sua ultima fatica: Supereroi. Il film era pronto già nel 2019, ma le chiusure hanno costretto al rinvio dell’uscita in sala. Una pellicola abbastanza godibile, anche se non si può dire sia una delle sue opere meglio riuscite.
In una fredda sera di pioggia, Anna e Marco si incontrano, per caso, sotto un riparo. Lui è un fisico, razionale e capace di dare spiegazione ad ogni cosa. Lei una fumettista, vivace e solare. Da quell’incontro, con gli alti e bassi della vita di tutti i giorni, i due diventano una coppia. L’entusiasmo degli inizi, le amicizie, la paura di avere un figlio, il desiderio poi di averlo, i tradimenti, le gelosie, la salute precaria, avere dei genitori imperfetti… tanti aspetti della vita di coppia danno colore ai loro 20 anni trascorsi insieme.
Momenti e tappe del loro vivere insieme diventano strisce a fumetti, che Anna pubblica e che la portano al successo fino ad avere un’intera rivista: Supereroi, appunto. Nell’intervista di presentazione del magazine alcune battute del dialogo con il presentatore sono significative: «Anna Malatesta, ma davvero l’amore fa così paura da dover essere affrontato da una coppia di supereroi?». «L’amore no, ma il tempo che passa sì». […] «Al centro del suo fumetto c’è la difficoltà di resistere al tempo che scorre. Dopo quanti anni si diventa supereroi in una coppia?». «Non esiste un tempo, ognuno ha il suo». La scansione data dalle storie a fumetti è un aiuto per lo spettatore. Perché, ed ecco un tasto dolente, i vent’anni di vita insieme non vengono raccontati in modo lineare. Centro di tutto è il festeggiamento per il decimo anniversario di matrimonio, ma tutta la narrazione salta liberamente da alcuni momenti del primo decennio ad altri del secondo, creando diverse difficoltà nel seguire il filo logico. Il regista usa un accorgimento per aiutare il pubblico a capire in quale momento della vita dei due ci si trova: per i primi dieci anni Marco non ha la barba, nei secondi dieci invece sì. Ma, prima ancora di Anna e Marco, vero protagonista dell’opera di Genovese è il tempo. Un elemento che per Marco è un’ossessione: dal suo punto di vista di fisico, insegna che il tempo non esiste. Ma la vita, con i suoi eventi, lo farà ricredere.
Pur essendo buone le interpretazioni degli attori, la pellicola purtroppo non riesce a trasferire sullo schermo la profondità e lo sviluppo psicologico dei personaggi. Un’opera capace di emozionare, a tratti di commuovere: resta però riuscita solo a metà, incapace di convincere fino in fondo.
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