Cinema
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Una nuova saga dopo Harry Potter

Animali fantastici e dove trovarli
(Usa, 2016)
regia: David Yates
con: Eddie Redmayne, Dan Fogler, Katherine Waterston, Colin Farrell, Ezra Miller
durata: 133’
Valutazione Cnvf: consigliabile/problematico

Una nuova saga dopo Harry Potter

Se volessimo azzardare un eccesso di disincanto, potremmo dire che l’animale fantastico principale creato da Joanne K. Rowling è la gallina dalle uova d’oro, che com’è noto non va mai soppressa.
Terminata la saga di Harry Potter, infatti, la scrittrice inglese e la produzione americana hanno pensato bene di non tralasciare l’universo magico che interagisce con quello umano e di dar vita a una nuova serie di avventure, delle quali questo film, naturalmente uscito in tutto il mondo con enorme successo, non è che la prima.
In questo caso l’ambientazione geografica è spostata a New York e quella cronologica nel 1926, in piena era proibizionista ed età del jazz. È qui che approda Newt Scamander (Eddie Redmayne), giovane mago zoologo, appassionato di creature di ogni tipo e in qualche modo precursore di tutti coloro che hanno a cuore di preservare una biodiversità quanto più varia possibile. Ovviamente nulla di quello che potrà andar bene accadrà e le complicazioni saranno più di mille. C’è la setta dei Salemiani che dà la caccia ai maghi, considerati creature del demonio. C’è l’associazione dei maghi che tenta di tener nascosta la sua esistenza, per quanto ci sia un suo alto dirigente, Percival Graves (Colin Farrell), che non è del tutto sincero nelle sue intenzioni.  C’è la deliziosa e un po’ pasticciona Porpertina Goldstein (Katherine Waterston), che vorrebbe aiutare Scamander ma contribuisce a metterlo sempre più nei guai. C’è il no-mago, o babbano, Jacob Kowalski (Dan Fogler), che ha come obiettivo nella sua vita quello di aprire una pasticceria e che finisce in mille disavventure. Proprio la conclusione della vicenda di quest’ultimo, che ha un rimando evidente all’inizio di un capolavoro assoluto della storia del cinema come Vogliamo vivere (To Be or Not To Be, 1942) di Ernst Lubitsch, ci conferma che la Rowling ha l’abilità di scrittrice e la sensibilità di donna pubblica di raccontare una vicenda che, descrivendo ancora una volta la contesa tra il bene e il male, ci parla di storia e, in questo caso, in particolare della storia di un mondo in cui si stavano addensando le tremende nubi del nazifascismo.
Sul piano produttivo, il budget a disposizione era tale che difficilmente si sarebbero potuti avere risultati inferiori a quelli di altissimo livello che si sono raggiunti: dalla regia di David Yates alle interpretazioni degli attori, dalla fotografia di Philippe Rousselot alla scenografia di Stuart  Craig, dai bellissimi costumi di Colleen Atwood alle musiche di James Newton Howard.
Il seguito, non mancherà, alle prossime puntate.

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