Qualità estetica, ma troppi personaggi
Animali fantastici - I crimini di Grindelwald
(Usa - Gran Bretagna 2018)
Regia: David Yates
Con: Eddie Redmayne, Johnny Depp, Jude Law
Durata: 134 minuti
Valutazione Cnvf: complesso/problematico/dibattiti
J. K. Rowling è senz’altro una delle più brave e importanti scrittrici di letteratura popolare dei nostri tempi. È un po’ meno brava, va ammesso, come sceneggiatrice e nel secondo episodio della nuova saga di Animali fantastici questo fatto a un certo punto pesa.
Un po’ troppi personaggi. Troppe storie che si intrecciano. Molti particolari che si perdono o non sono proprio trattati.
Forse l’autrice britannica avrebbe dovuto farsi aiutare da solidi professionisti del settore. Forse, e insieme, siamo anche noi spettatori che dobbiamo cambiare un po’ prospettiva.
Siamo infatti di fronte a una specie di versione aggiornata al terzo millennio del romanzo di appendice che allietava le letture dei nostri avi nel diciannovesimo secolo.
Ogni film, quindi, andrebbe considerato come un capitolo di un enorme racconto a puntate, con puntate che non escono ogni settimana ma ogni paio d’anni.
Sotto questa luce, va in parte sospeso il giudizio sul piano narrativo e considerata primaria la realizzazione visiva e la ricostruzione d’ambiente, che qui, come e forse ancor più che nel primo episodio, sono davvero affascinanti.
Siamo nel 1927. Newt Scamander (Eddie Redmayne) riceve l’incarico da Albus Silente (Jude Law) di recarsi a Parigi per contrastare il progetto del diabolico Gellert Grindelwald (Johnny Depp), che pare avere mire di dominio sul mondo e vorrebbe usare come strumento delle sue aspirazioni l’infelice e misterioso Credence Barebone (Ezra Miller).
Su questa traccia principale si innestano altre storie e altri personaggi, ma, come detto, le oltre due ore di un film che andrebbe assolutamente visto al cinema regalano momenti di grande suggestione e qualità estetica.
La Parigi degli anni Venti, sia quella “reale” che quella alternativa e parallela del mondo dei maghi, è una rutilante metropoli mai sopita, nella quale convivono arti e mestieri, lavoro quotidiano e sorprendenti performances teatrali, le zoologie immaginarie create dalla fantasia della Rowling (con abbondante riferimento a bestiari medievali e rinascimentali) e una nuova minaccia di guerra che da lì a qualche anno insanguinerà purtroppo di nuovo l’Europa e il mondo.
Dimostrando di conoscere alla perfezione i meccanismi narrativi del feuilletons (del resto I misteri di Parigi di Eugène Sue, pubblicato a puntate in oltre un anno tra il 1842 e il 1843 è una delle pietre miliari del genere) J. K. Rowling lascia molte – forse davvero un po’ troppe – cose in sospeso, rimandandoci al prossimo episodio.
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