Cinema
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Un sogno collettivo diventato incubo

Vizio di forma
(Usa, 2014)
regia: Paul Thomas Anderson
con: Joaquin Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Katherine Waterston, Reese Whiterspoon, Benicio Del Toro, Martin Short
durata: 149 min.

Parole chiave: Vizio di forma (1)
Un sogno collettivo diventato incubo

Nel 1939 Raymond Chandler creò, con Il grande sonno, il personaggio di Philip Marlowe, amaro, disincantato e pure con un grande senso della giustizia, che servirà da modello a decine, se non centinaia, di analoghe figure della letteratura e del cinema. Marlowe sarà interpretato da Humphrey Bogart, Dick Powell, Robert Montgomery, Robert Mitchum e, nel 1973, da Elliott Gould, nella magnifica e dolente attualizzazione che ne fece Robert Altman con la sua versione de Il lungo addio.
Paul Thomas Anderson, uno dei più grandi registi americani di questa generazione, ha senz’altro avuto come modello il film di Altman, oltre allo splendido romanzo di Thomas Pynchon dal quale ha tratto questa sua ultima opera, per raccontare le vicende del protagonista. Doc Sportello (Joaquin Phoenix), investigatore privato che nella California degli anni Settanta vive una vita regolarmente sregolata, viene incaricato da una sua ex fidanzata, Shasta (Katherine Waterston), di intervenire per evitare che il miliardario di cui lei è amante venga fatto internare dalla moglie, al fine di impadronirsi del patrimonio. Questo non è che l’inizio e il pretesto, sia nel romanzo che nel film, per avviare un viaggio che è nello spazio del racconto ma anche nel tempo, sia cinematografico che storico.
Anderson opera una ricostruzione dello spirito del tempo, che non ha nulla di agiografico né di nostalgico, ma che ripropone, sia con i dettagli (l’abbigliamento, le automobili, il linguaggio, la musica, con una splendida colonna sonora) che con l’atmosfera, gli entusiasmi e le disillusioni, le utopie e le loro catastrofiche applicazioni pratiche, i tradimenti e le fedeltà di quegli anni.
Là dove Paura e delirio a Las Vegas, diretto nel 1998 da Terry Gilliam dal libro di Hunter S. Thompson, tratteggiava con toni che rasentavano la fantascienza l’universo delle droghe e delle programmatiche uscite dai binari del conformismo di quegli anni, il film di Anderson cerca con determinazione e partecipata curiosità le motivazioni, le cause e gli effetti di un grande sogno collettivo troppo spesso infrantosi in personali incubi.
Vizio di forma è un film magnifico, anche grazie al lavoro del direttore della fotografia Robert Wlswit, che restituisce con le luci e i colori l’aria stralunata, insonne, certamente esagerata ma piena di promesse, di anni che le promesse non le hanno quasi per niente mantenute.

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