Cinema
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Un “Piccolo principe” povero di idee

Il piccolo principe
(Francia/Italia, 2015)
regia: Mark Osborne
Animazione
durata: 107’
Giudizio Cnvf: consigliabile/poetico

Parole chiave: Il Piccolo Principe (1)
Un “Piccolo principe” povero di idee

Allo scorrere dei titoli di coda, in una sala gremita di adulti e bambini anche molto piccoli, è possibile concludere che la versione cinematografica in animazione de Il piccolo principe è, purtroppo, una grande occasione perduta.Vero è che la sfida aveva quasi dell’impossibile. Il libro di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943, è infatti uno dei racconti più noti della letteratura contemporanea, tradotto in centinaia di lingue e ristampato in milioni di copie. Racconto non semplice, dedicato ad un amico adulto nel ricordo di ciò che era stato da bambino, denso di allegorie e implicazioni filosofiche.
Tuttavia era forse necessario fidarsi della forza del racconto stesso e, da questo, trarne la spina dorsale di una narrazione cinematografica. Non l’hanno fatto invece il regista e gli sceneggiatori Irena Brignull e Bob Persichetti, che del romanzo di partenza hanno mantenuto lo scheletro, rendendolo anche troppo esile, per innestarci sopra un’altra storia, che però schiaccia l’ispirazione di origine.
Ecco quindi sciorinarsi le vicende di una ragazzina che sta passando le vacanze estive preparandosi all’esame di ammissione ad una prestigiosa scuola privata, con una madre ossessionata dalla pianificazione di ogni singolo momento di vita della figlia. Le due (il padre, come quasi sempre nel cinema di questi tempi, è assente) si trasferiscono a vivere in prossimità della scuola ambita e, soprattutto, vicino ad una bizzarra casa che ospita un ancor più bizzarro e anziano inquilino, che da giovane faceva l’aviatore. È naturalmente il pilota d’aereo che racconta le vicende del piccolo principe di Saint-Exupéry, con la scelta – e sono i momenti migliori del film – di animare con la computer graphic le vicende contemporanee e di dedicare la stop motion più classica, con rimandi alla plastilina animata, a quelle tratte dal testo letterario.
La prima parte scorre anche piacevolmente, con qualche momento di meraviglia visiva. La seconda, nella quale la ragazzina finisce in una specie di universo parallelo in cui non sono previsti bambini, è trascinata in eccesso e arriva alle soglie della noia.
Nell’edizione italiana le voci sono quelle di Toni Servillo, Lorenzo D’Agata, Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann, Giuseppe Battiston, Pif e Vittoria Bartolomei.
La confezione è lussuosa, ma il contenuto povero di idee originali e convincenti.

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