Come si concilia la blasfemia con la laicità democratica?
La libertà è valore sacro. Non si esercita mai “contro”, o solo come provocazione. La sua qualifica, alta, è quella di essere esercitata con senso di responsabilità. Per il bene comune. Nel rispetto di tutti.
Mai si troveranno parole sufficienti di esecrazione nei confronti dell’eccidio di Parigi. Il terrorismo, di matrice fondamentalista, ha già fatto troppe stragi nel mondo intero, a cominciare dalle torri gemelle nel settembre 2001. A tutt’oggi il sistema del terrorismo fondamentalista, che non conosce l’abc dei valori democratici civili, sta mettendo a soqquadro l’Iraq, l’Afghanistan, la Siria, la Nigeria. Nel contempo, tiene in scacco il mondo occidentale che vive con il fiato sospeso. Purtroppo, finché il terrorismo di matrice fondamentalista non ha fatto irruzione nel cuore dell’Europa, sembrava un fenomeno innocuo per il mondo occidentale. Le stragi immani, i massacri allucinanti di decine, di centinaia, di migliaia di persone trovavano eco mediatica quasi esclusivamente quando vi era di mezzo la decapitazione di un occidentale. Ora si comincia a preoccuparsi. Il terrorismo ce l’abbiamo in casa. E non sappiamo come difendercene. A onor del vero esso è venuto a galla in occidente, perché l’occidente l’ha provocato. E su questo versante, forse è opportuno fare qualche riflessione. Non intendo attenuare l’iniquità diabolica dei fatti compiuti né sminuire affatto i pericoli insiti nella logica del terrorismo già qualificato, che va affrontato a livello internazionale, con estremo senso di responsabilità, prima che sia causa di un conflitto mondiale dalle imprevedibili conseguenze. Tuttavia, il fatto che l’eccidio di Parigi sia stato occasionato, se non proprio causato, da un eccesso di satira nei confronti della Religione Musulmana, fa riflettere ogni persona di buon senso. Bene le manifestazioni contro il terrorismo. Ma c’è di che ridire sul secondo obiettivo delle manifestazioni, se dobbiamo dar retta ai Media: la rivendicazione del diritto alla libertà di espressione, anche sotto forma di satira; anzi, il diritto “di dissacrazione, di blasfemìa”! Allucinante, in una cultura della laicità matura, intrisa di democrazia. Il clima culturale evocato è quello della barbarie, nella quale non c’è diritto di cittadinanza per il rispetto delle persone e della loro sensibilità, umana e religiosa, che pure fa parte dell’identità personale. I Musulmani reagiscono, anche se in forme spropositate. I Cristiani, al contrario, anche di fronte a dissacrazioni persino volgari dei contenuti della propria religione, lasciano correre. Mentre è come se sottoponessero a vilipendio mio padre e mia madre, gli affetti più cari. Non è tollerabile. Ci sentiamo offesi. Quando la satira affonda nel ridicolo sarcastico, qualsiasi religione produce il peggio di sé. Indegno della sua pur nobile funzione. Auspichiamo, da cittadini d’Europa e da cittadini del mondo, una radicale revisione del concetto di libertà. La libertà è valore sacro. Non si esercita mai “contro”, o solo come provocazione. La sua qualifica, alta, è quella di essere esercitata con senso di responsabilità. Per il bene comune. Nel rispetto di tutti.
† mons. Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona