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I supereroi (minori) che fanno divertire

Ant-Man and the Wasp
(Usa, 2018)
Regia: Peyton Reed
Con: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michelle Pfeiffer, Lawrence Fishburne, Michael Douglas
Durata: 118’

Parole chiave: Cinema (103), Film (109), Ant-Man and the Wasp (1)
I supereroi (minori) che fanno divertire

In attesa di vedere che ruolo avranno nel capitolo finale contro l’ultracattivissimo Thanos in Avengers-Infinity War II, ecco due supereroi Marvel minori (per dimensioni e anche per importanza nel composito universo creato da Stan Lee), che però garantiscono ancora divertimento e intrattenimento di buon livello.
Siamo ormai al ventesimo titolo che vede come protagonisti personaggi della Marvel (nel frattempo aggregata alla Disney) e la quantità di denaro impiegata per la produzione e la promozione di questi titoli è in tutta evidenza ancora tale da permettere di ingaggiare quanto di meglio c’è sulla piazza in fatto di sceneggiatura, regìa, musica, effetti speciali e qualsivoglia altro importante mestiere di quel complesso lavoro collettivo che è sempre un film.
In questo caso ci hanno lavorato Peyton Reed, che già aveva diretto il primo episodio dell’Uomo-Formica, insieme a un quintetto di sceneggiatori tra i quali compare lo stesso Paul Rudd che interpreta il protagonista, e a collaboratori del calibro di Dante Spinotti alla fotografia.
Con un accenno quasi nostalgico agli ultimi anni della Guerra Fredda con l’Unione Sovietica, il film ci introduce nel mondo subatomico e ci rivela le origini di Hope (nome non casuale, significa: “speranza”) van Dyne come Wasp, la Vespa, interpretata da Evangeline Lilly, che ben presto si unirà a Scott Lang/Ant-Man sia nella lotta contro i cattivi di turno che nella ricerca della sua vera madre.
Nella gradazione delle storie Marvel, quelle costruite intorno ad Ant-Man sono fra le più adatte anche a bambini delle elementari, perché si privilegia, più che il lato drammatico se non addirittura tragico, quello scanzonato, ironico, giocoso. Non a caso Scott Lang ha un passato non impeccabile in quanto a conti in sospeso con la giustizia, perché i suoi riferimenti narrativi sono ladri gentiluomini o ex detenuti che si sono dedicati al lato positivo della forza come Arsenio Lupin o Francois Vidocq. Stan Lee e tutti i suoi collaboratori prima nella carta stampata e poi nel cinema hanno attinto a piene mani e con piena consapevolezza alla grande tradizione della letteratura popolare e del romanzo d’appendice, aggiornandola e rinnovandola.
Curiosità finale: è quasi giunto il momento di costruire una raccolta delle esilaranti apparizioni di Stan Lee, nume tutelare di tutti loro, in ogni film Marvel. In questo caso la sua parte è quella di un anziano automobilista che si vede la macchina distrutta durante un inseguimento e commenta con una formidabile battuta sulla sua gioventù e sul passato di almeno un paio di generazioni.

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