I figli domandano ascolto e attenzione
Genitori quasi perfetti
(Italia, 2019)
Regia: Laura Chiossone
Con: Anna Foglietta, Niccolò Costa, Paolo Calabresi, Lucia Mascino,
Marina Rocco, Elena Radonicich
Durata: 93 minuti
Valutazione Cnvf: complesso/problematico/dibattiti
Almeno uno l’abbiamo conosciuto nella nostra vita.
C’è Simona (Anna Foglietta), di professione veterinaria, madre separata che vive col figlio Filippo (Niccolò Costa), tra le ansie da prestazione per le troppe notifiche del gruppo watsapp di genitori della classe alle quali non riesce a rispondere e la preparazione dei festeggiamenti per l’ottavo compleanno del pargolo.
C’è la coppia Ilaria (Lucia Mascino) e Aldo (Paolo Calabresi). Si professano seguaci di ogni anelito naturalistico, vegano, biologico e olistico, nascondendo lei una aggressività esasperata pronta ad esplodere e lui una frustrazione continua che cerca di mascherare con improbabili citazioni cinefile.
C’è Sabrina (Marina Rocco), estetista di massima cura fisica e minima preparazione intellettuale, che tuttavia non manca di fragilità e sensibilità.
C’è Giorgia (Elena Radonicich), che ha fatto un figlio con la fecondazione assistita per soddisfare il desiderio di maternità suo e della sua compagna di vita.
C’è Cesare (Francesco Turbanti), adolescente mai cresciuto anche se si avvicina ai quarant’anni, “tenicamente disoccupato” e narcisista senza speranza.
C’è Alessandro (Paolo Mazzarelli), manager dalle relazioni commerciali internazionali, sempre iperconnesso a qualsiasi dispositivo elettronico e che non stacca mai dal lavoro.
C’è, arrivando un po’ più avanti nel racconto, la giovane animatrice di feste Luisa (Marina Occhionero), che proprio in quelle ore scopre di essere incinta e di esser stata lasciata dal fidanzato.
Partendo dallo skyline di Milano, che assomiglia sempre più a quello di New York e che, soprattutto, serve ad ambientare alla perfezione i caratteri dei personaggi di un film che si svolge praticamente tutto in interni, Genitori quasi perfetti racconta una storia che potrebbe essere quella di molti di noi.
Perché, in fondo, il tema vero, al quale questo racconto cinematografico davvero da non perdere ci mette di fronte, è quello dell’ascolto e dell’attenzione reale a chi, come, cosa e perché siano i nostri figli e le nostre figlie.
Impegnati fino all’esaurimento a garantir loro beni materiali, istruzione di alto livello, passatempi di ogni tipo, fino a diventare intrattenitori di professione e considerare come una piaga biblica la tanto temuta “noia”, spesso non ci accorgiamo di quali siano i loro veri bisogni, desideri, caratteri e aspirazioni.
La bravissima regista Laura Chiossone, gli sceneggiatori, tutti i collaboratori tecnici e un magnifico e impeccabile cast di interpreti ci regalano – e per questo ringraziamo tutti loro – un inatteso e ottimo film.
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