Delicatezza, intensità e super Deneuve
Le Verità
(Francia/Giappone, 2019)
Regia: Hirozaku Kore-Eda
Con: Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke
Durata: 106 minuti
Di contese e regolamenti di conti tra madri e figlie sono pieni il mondo e anche la storia del cinema.
Tanto per fare un solo esempio, Carrie Fisher, indimenticabile principessa Leia Organa di Star Wars, non ha avuto certo vita facile con una madre come Debbie Reynolds, e ne rendeva conto sia nel suo libro autobiografico Cartoline dall’inferno che nell’omonimo film diretto nel 1990 da Mike Nichols.
A riprendere questo tema, trattandolo in un film che è davvero raro per delicatezza e intensità, è il regista giapponese Hirokazu Kore-Eda, che il pubblico italiano ha imparato a conoscere negli ultimi anni con opere come Ritratto di famiglia con tempesta (2016) e Un affare di famiglia (2018).
Le dinamiche familiari sono tema evidentemente primario nella poetica di Kore-Eda, che qui sposta il suo sguardo dall’ambiente nipponico a quello occidentale, dedicandosi anche ad un approfondito studio psicologico del mondo del cinema.
Fabienne Daugeville (Catherine Deneuve) è una anziana e famosissima attrice francese, che sta per presentare al pubblico la sua autobiografia e che per l’occasione rivede dopo molto tempo la figlia Lumir (Juliette Binoche), che fa la sceneggiatrice e vive a New York col marito Hank (Ethan Hawke).
Un’autobiografia, ha detto qualcuno, è il modo più sicuro per raccontare bugie sulla propria vita. Il principale gioco, a volte drammatico, a volte persino con risvolti comici, che qui viene messo in scena è appunto quello della verifica, spesso invocata dalla figlia, tra ciò che la madre ha scritto nel libro e il reale svolgimento dei fatti.
In una gara di bravura interpretativa, come spesso succede in questi casi, le due protagoniste si fronteggiano, si scontrano, si accusano, si apprezzano, si abbracciano e si respingono mille e mille volte.
Catherine Deneuve, una delle donne più belle del cinema a partire dagli anni Sessanta in poi, non perde una briciola del suo fascino, non solo nonostante i segni dal trascorrere del tempo, ma addirittura traendone risorsa e occasione per una interpretazione memorabile.
Girato quasi interamente negli interni della casa della diva, Le Verità esplora gli spazi fisici e quelli mentali, gli angoli nascosti delle stanze e quelli ancora più riposti dei ricordi, della memoria, dei rancori e delle nostalgie.
Fanno da contorno alla storia, ma senza l’occasionalità dei passaggi involontari, anzi, con quella cura del dettaglio narrativo che non pone a caso nessun elemento, tutta una serie di personaggi secondari che aiutano a rendere storia e film di notevole interesse.
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