Tra Novaglie e Montorio con le Anguane e il piloton
Da Novaglie verso Montorio si può fare il pieno di aria pulita, senza allontanarsi dalla città: questo bel percorso fa parte della “dorsale Giuliani”, un reticolo di sentieri, strade bianche, antiche mulattiere e brevi tratti asfaltati che collega le frazioni in collina della città, diramandosi da Parona fino a Montorio...
Da Novaglie verso Montorio si può fare il pieno di aria pulita, senza allontanarsi dalla città: questo bel percorso fa parte della “dorsale Giuliani”, un reticolo di sentieri, strade bianche, antiche mulattiere e brevi tratti asfaltati che collega le frazioni in collina della città, diramandosi da Parona fino a Montorio. È stata dedicata dal Cai all’ideatore e catalogatore di questo percorso, Renzo Giuliani, presidente della sezione Cai “Battisti” di Verona negli anni ’60.
Si tratta di una passeggiata bellissima in ogni stagione: se in estate, sarà piacevole camminare all’ombra delle piante che riparano il sentiero; in autunno e primavera, si potranno apprezzare i colori e la bellezza di una natura rigogliosa, camminando in totale tranquillità e senza mai incontrare macchine e tratti asfaltati.
Una passeggiata perfetta da fare con il nostro quattrozampe, dunque. Siamo a nord est di Borgo Venezia, e presa la direzione per Novaglie, imbocchiamo il percorso contrassegnato dal segnavia Cai giallo/blu D, dopo aver parcheggiato l’auto nei paraggi di via della Chiesa. Dopo poche decine di metri la strada diventa sterrata e il bel sentiero si immerge nella vegetazione, tra uliveti e tratti boschivi.
Nei punti in cui gli alberi si diradano, il paesaggio è incantevole e in diversi tratti di sentiero si potrà ammirare Villa Balladoro Malfatti, incastonata nella collina e che viene considerata tra le più belle ville della bassa Valpantena. Costeggiamo il muro di cinta della villa, fino a raggiungere una piccola radura umida e ricca di folta vegetazione dove si potrà ammirare la “fontana delle streghe”: una delle numerose sorgenti della frazione di Novaglie, la più importante perché serviva il paese e le donne andavano a lavare i panni, come si può ancora immaginare vedendo gli antichi lavatoi. Deve il suo nome proprio al fatto che era lontana dal centro abitato e ai bambini veniva quindi vietato di andarci da soli: nella fantasia popolare, infatti, anche nella Fontana delle Streghe, come in tutte le fonti e sorgenti, si pensava dimorassero le Anguane, creature sacre protettrici dei luoghi d’acqua, capaci di cantare in modo soave e ammaliante.
Qui il nostro cane potrà bere l’acqua pura che nasce da questa sorgente e nelle giornate calde si può fare una piacevole sosta. La fontana si trova a un bivio: noi proseguiamo lungo il sentiero a destra, che continua a costeggiare il muro. Usciti dalla parte boschiva, la vista si apre e ci troviamo di fronte a un punto panoramico di grande suggestione, dove la vista può spaziare da ogni lato.
Siamo giunti a un reperto di grande interesse storico, noto a Verona con il nome popolare di “piloton”: un tipo di megalite solitamente collocato nei luoghi sacri. Il piloton potrebbe essere stato al centro di un cerchio di pietre preposto ai riti solari: simili pietre davano la possibilità di seguire gli spostamenti degli astri, e di creare un calendario solare e lunare. Secondo la teoria dello storico e studioso Umberto Grancelli, il piloton è uno dei punti di riferimento del piano di fondazione di Verona romana nel 148 a.C. e si eleva sul crinale della collina allineandosi perfettamente con il Cardo di Verona (via Pellicciai) segnando il punto di aurora solstiziale.
Dal piloton si diramano cinque sentieri: andando a nord si arriva al complesso di San Fidenzio; a nord-est si arriva a Mizzole; il terzo sentiero a sud-est porta a Montorio; il quarto a sud coincide con il sentiero della dorsale; e il quinto, a ovest, è quello che abbiamo percorso e che collega con Novaglie. Giunti a questo punto vale la pena spingersi poco più avanti in direzione Montorio, e dopo aver superato un bel prato con tavoli e panchine, si potrà ammirare da vicino il forte Werk John, o forte Preara, dal nome del monte su cui sorge, il crinale che separa la Valpantena dalla Valle di Mizzole, costruito tra il 1859 e il 1860.
Scavato per buona parte nella roccia, costituiva l’estremo caposaldo del grande campo trincerato sulla sinistra d’Adige e, dopo aver conosciuto un periodo di abbandono, finalmente nel 2006, grazie all’iniziativa di Legambiente e di alcune associazioni, è stato ampiamente recuperato. Si può scegliere dunque di proseguire per uno di questi sentieri, in base a tempo e allenamento, o fare ritorno alla nostra auto.