Scorci di lago poco noti? Basta andare a Malcesine
Itinerario mozzafiato fino alla Madonna dell’Accoglienza
Gli oliveti gardesani in tutta la loro bellezza, nascosti nella vegetazione più rigogliosa, a picco sulle acque del Garda. La passeggiata che da Malcesine conduce a località Rocchetta, dove si trova su una terrazza panoramica naturale la statua della Madonna dell’Accoglienza, è meta di pellegrinaggi ed escursioni ancora poco conosciuta, perlomeno dai veronesi.
La scopriamo con Andrea Chignola, dell’hotel Villa Carmen, presso il quale si trova il parcheggio da cui partire per salire in quota e ammirare dall’alto scorci meravigliosi sul lago e la sponda bresciana. Andrea ha aderito all’iniziativa “Camminare insieme” che vede molti albergatori, gestori di residence, bed&breakfast e campeggi disponibili ad accompagnare i loro ospiti alla scoperta dell’entroterra di Malcesine e dei suoi angoli più caratteristici, lungo percorsi panoramici e dog friendly negli uliveti e nei boschi alle pendici del Monte Baldo. Ma per affrontare in tranquillità il cammino, in alcuni tratti piuttosto impegnativo, accertiamoci di avere scarpe da trekking, una buona scorta di acqua e naturalmente gambe (e zampe) allenate alla salita.
Superato l’hotel, imbocchiamo la strada a destra e proseguiamo lungo un tratto di sentiero immerso tra le piante, fino a immetterci su via Navene Vecchia e raggiungere il bivio dove si trovano, ben visibili, i cartelli che indicano i sentieri, dopo aver superato la stazione di partenza della funivia che conduce sul Monte Baldo. Seguiamo le indicazioni per la Madonna dell’Accoglienza, percorrendo una parte del sentiero dei capitelli. Quelli che incroceremo lungo il cammino, pur essendo di origine medievale, sono stati strutturati nella forma attuale a partire dal ’700: raffigurano generalmente la Vergine e i santi cari alla devozione popolare gardesana; la presenza di crocifissi all’inizio delle salite risente di un influsso devozionale proveniente dal Trentino Alto Adige.
Ci ritroviamo a camminare lungo una delle mulattiere che risalgono il ripido versante della montagna e per lunghi tratti conservano l’originario caratteristico selciato. Sono queste strade, insieme con terrazzamenti e muretti a secco, a testimoniare le faticose e incessanti attività dell’antica comunità legata a questa terra, impegnata nella raccolta delle olive e delle castagne, nell’allevamento e nel taglio del bosco. Lungo il percorso, oltre ad alcune panchine posizionate in punti panoramici che meritano una breve sosta, si trovano cartelloni che raccontano approfondimenti relativi al territorio. Si scoprono così molte curiosità: leggiamo, per esempio, che qui gli olivi venivano piantati fitti e lasciati crescere in altezza; i raccoglitori si servivano di una scala speciale, detta scariòn, lunga oltre dieci metri e piantata saldamente a terra per permettere di far scorrere le mani dalla base dei rami verso le fronde, staccando le olive. Sono descritti anche i lavori tradizionali nell’oliveto: dalla sistemazione dei muri a secco alla potatura.
A percorrere queste strade scoscese era la caréta, slitta trascinata da muli o asini, utilizzata per il trasporto di legna, fieno, castagne. Per facilitarne lo scorrimento, i due legni che fungevano da pattini venivano unti con la feccia dell’olio o i residui dello strutto. Sono riportati poi i termini dialettali, tratti dal volume Parole e fatti. Vocabolario dei dialetti, di Giorgio Vedovelli (Cierre edizioni). Dettagli curiosi, che aiutano a entrare ancora meglio nello spirito di queste terre così aspre, ma pure feconde e ricche di tesori naturali di grande pregio.
Proseguendo il cammino, dopo aver superato una fontana con un bel capitello di fronte, svoltiamo a destra e ci avviciniamo alla meta. Qui la pendenza si fa più dolce e il sentiero si inoltra nuovamente nel bosco, ricco di lecci e di un fitto sottobosco di piante aromatiche. Si raggiungono così le scalinate in pietra che conducono alla terrazza panoramica in località Rocchetta, a 353 metri di altezza. Qui l’imponente statua della Madonna, rivolta verso il lago, sembra abbracciare Malcesine e continua, ancora oggi, a essere cara agli abitanti e ai viandanti che si avventurano fin lassù per ammirarla.
Infine, il ritorno. Dopo aver preso le scale, proseguiamo sul sentiero dritto davanti a noi e iniziamo la discesa. Si trovano sul cammino altri capitelli, fontane e tratti ombreggiati tra le rocce. Percorrendo via Monti ci ritroveremo nel centro di Malcesine, che merita senz’altro una visita. Dal paese, proseguendo lungo il lago, raggiungiamo in pochi minuti il parcheggio e il nostro punto di partenza. La passeggiata, dicono i nostri accompagnatori, è bellissima da fare anche in primavera, nella stagione della fioritura, quando il Baldo, non a caso chiamato il Giardino d’Europa, si mostra nella sua straordinaria bellezza; e naturalmente in autunno, con i colori caldi delle foglie e le giornate ancora tiepide.
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